venerdì 25 novembre 2016

Sotto la sabbia Recensione




Eccoci alla prima recensione del sito rinnovato e siamo lieti di iniziare con ben 5 pollici alzati per questo romanzo recensito da Paola Casadei. Grazie Paola!!!




Titolo: Sotto la sabbia
·        Autore: Luca Masini
·        Formato: ebook
·        Lunghezza stampa: 136 pag
·        Editore: Edizioni Esordienti E-book
Prezzo ebook: 4,99
Audiolibro: 9,90


L’AUTORE:




Nato a Firenze nel 1971, ho trascorso l'adolescenza a Firenze, poi l'amore mi ha spinto a Montelupo dove vivo dal 1997. Abito in una casa piena di libri e blu ray. A farmi compagnia c'è mio figlio, l'amore ha deciso di percorrere nuove strade. Tantissimi anni fa mi ha emozionato tantissimo scrivere le storie dei personaggi del mio romanzo "Sotto la sabbia". Adesso mi sto emozionando a creare quelli del mio nuovo romanzo che s'intitolerà "Inseguendo Laura" e racconterà le vicende di un gruppo di ragazzi che si troveranno ad affrontare in maniera diversa il difficile passaggio da adolescenza ad età adulta. Tra i miei progetti editoriali futuri c’è la trasformazione in romanzo del racconto “Sotto gli occhi della luna” inserito nell’antologia Skerry (Sensoinverso edizioni.) e il seguito di Sotto la sabbia. Tra pochi mesi uscirà la nuova edizione del romanzo giallo “Quinto comandamento“ che s’intitolerà “Gioco criminale” (Sensoinverso edizioni) 
Attualmente lavoro in una società che gestisce i parcheggi di Firenze.
Nel 2005 ho pubblicato il racconto “Un amico dal buio” sull’Antologia Naturamica (Ibiskos Editrice) e il mio primo romanzo di narrativa gialla “Quinto comandamento” (Edizioni I Fiori di campo.)
Nel 2006 ho pubblicato il racconto “Dietro la porta” sull’Antologia Scrittura Italiana (Ibiskos Editrice) e il romanzo “Sotto la sabbia” (Edizioni I Fiori di campo)
Nel 2012 ho pubblicato la seconda edizione del romanzo “Sotto la sabbia” in formato digitale (EEE-Book)
Nel 2016 ho pubblicato il racconto “Sotto gli occhi della luna” sull’Antologia Skerry (Sensoinverso Edizioni)



Sinossi
Siamo in Toscana, verso la fine degli anni Settanta. Fabio si trova nella casa di famiglia, luogo reale (Viale Canova n. 23) e luogo dell’anima, deciso a venderla al miglior offerente, ma sembra che la casa non possa lasciarlo andare prima che il passato, custodito in essa, non sia del tutto dissotterrato, svelato, attraversato ancora e ancora. La memoria allora si mette a creare vari percorsi, circolari, che vanno e tornano e disperatamente si accaniscono con la loro paradossale precisione contro ciò che la sabbia ricopre e fa scomparire.
Ci troviamo di fronte a un affresco familiare dedicato al tempo e alla forza dei legami che ci vincolano anche a distanza o ci allontanano anche se vicini ogni giorno, una sorta di diario che ripercorre e ricostruisce il passato attraverso il presente e il presente attraverso il passato, nel quale un ruolo determinante hanno gli oggetti che evocano il ricordo e che si caricano di un valore particolare in rapporto all’evento o alla persona a cui sono associati. Il tempo viene scomposto e lentamente ricomposto in un nuovo scenario, quello finale, che in realtà non rappresenta in nessun modo una conclusione, ma l’immagine di trasformazioni ancora in atto.











RECENSIONE: 


La presentazione che Amazon fa del libro dice già molto. Non è un semplice riassunto. E io non posso che concordare. Sotto la sabbia è un racconto che si svolge su diversi piani temporali per coprire tutta la vita del protagonista da quando, a otto anni, gli nasce una sorellina, Elisa, fino a quando sono tutti ormai adulti. È un romanzo del ricordo: Fabio, il protagonista, la voce narrante, si trova ad un momento preciso della propria vita e i ricordi sgorgano prepotenti e inevitabili. I personaggi della storia sono tanti, familiari e amici di Fabio: Vincenzo ed Elisa, Francesco e Paolo, Giulia ed Erika - splendido personaggio, quello di Erika - nonno Osvaldo, dolcissimo nei suoi ricordi di guerra, della moglie scomparsa, con i suoi inseparabili pantaloni di velluto verde. E ancora Grazia, la dirimpettaia che raccoglie le confidenze delle sue riflessioni, zia Susanna, così strana, zio Franco, grande tifoso della Fiorentina e, naturalmente, i genitori di Fabio. 
Pennellate decise e sicure quelle di Masini. Le prime pagine mi hanno fatta precipitare insieme a lui negli anni della mia infanzia, negli anni Settanta. Mi ci sono sentita dentro, le sensazioni che racconta sono le mie! La tovaglia di Natale, il pranzo con l’immancabile panettone e la tombola a seguire: mancano anche alcune finestrelle.
Poi ci sono il mare e le spiagge di quegli anni, e le lasagne al forno e l’arista al forno con le patate della madre hanno un vero profumo. Ricordo perfino dove ero e cosa facevo nei giorni del rapimento di Aldo Moro. E mi sono commossa davanti al gesto di nonno Osvaldo che gli mette in mano i soldi e gli dice semplicemente: “Compraci quello che vuoi”. Quel nonno che si lascia andare ai racconti di guerra, che non riesce ad abbandonare i suoi pantaloni che rappresentano unricordo della sua amata, che mangia il panettone togliendo lo zucchero sopra. 

I miei amici, come quelli di Fabio, giocavano sulla spiaggia con le stesse palline dei ciclisti che lui metteva sotto la sabbia, e mio fratello giocava con il Subbuteo e cantava Ufo Robot. 
Il racconto è preciso, puntuale, vintage, scritto con molta sensibilità, trapela la nostalgia, e tratti di poesia fanno capolino di tanto in tanto. I ricordi del passato si mescolano al presente, in un’onda che passa e scorre fluida. 
Ma non poteva rimanere solo la dolcezza e la bellezza delle prime pagine: il racconto sarebbe stato incompleto. Fin dalle prime pagine mi sono chiesta cosa stava per essere raccontato: mancava qualcosa. Qualcosa che non doveva accadere, qualcosa che i bambini non potevano e non dovevano sapere, qualche tabù che non si poteva infrangere: cosa nasconde Erika? E i due amici, Paolo e Francesco: «Ti vergogni di avere un amico...» gli chiede Francesco. Per non parlare di un certo bacio rubato tra... no, preferisco lasciare scoprire e commentare al lettore. 
Davvero costruito bene: con le rivelazioni del finale, tutti i fili si raggruppano. Solo a quel punto la casa di Viale Canova n°23 potrà essere venduta.
Genere: che dire? È un po’ romanzo di formazione, un po’ diario, autobiografia, romanzo “alla ricerca del tempo perduto”. Data la precisione del racconto, infatti, si ripercorre una parte della storia italiana degli ultimi trent’anni: mi riferisco in particolare alle vicende di Aldo Moro e alle vicende legate al mondo del calcio, ma anche della storia del costume e della società di quei decenni. La bimba di uno zio tifoso della Fiorentina verrà chiamata addirittura Viola. 
Lo stile narrativo è apparentemente semplice, diretto. La costruzione temporale precisa e impeccabile. Descrizioni a volte brevi ma incisive. 


Che dire di più? Questo è il commento della commissione per il Premio Amarganta: Amarganta è felice di conferire una menzione d’onore a Luca Masini per il romanzo “Sotto la sabbia” con la seguente motivazione: un percorso della memoria che traccia un affresco morbido e avvolgente del passato del protagonista. Cose e persone si mescolano nella ricostruzione di un’infanzia costellata di vividi ritratti familiari che confluiscono nel presente in divenire. L’evocazione si trasforma in parte integrante della quotidianità a indicare come ognuno sia il punto di arrivo e di partenza di un tempo che è stato e di rapporti personali e collettivi indelebili. La cerimonia di premiazione si terrà Sabato 03 Dicembre dalle 16,00 alle 17,30 nella sede del Piccolo Teatro dei Condomini di Rieti #premioAmargantaEdizioneII




GIUDIZIO COMPLESSIVO: 


Lo consiglio! A chi? A tutti i lettori che non cercano l’azione ma i sentimenti, l’introspezione, a chi vuole leggere tra le righe gli anni ’70 e ’80.

Incipit: Il sole è già una palla di fuoco quando parcheggio l’auto davanti ad una cartoleria con le saracinesche abbassate. Sul vetro un cartello rettangolare mi informa che il negozio è chiuso per ferie e che riaprirà alla fine di agosto. Dall’altra parte della strada si alza una struttura grigia, con immense vetrate, circondata da una recinzione metallica che ne delimita la proprietà. Non appena la sfioro con le dita, la mia mente disegna nell’aria una stanza stretta e lunga con due file di banchi e una gigantesca cattedra, dietro la quale sta seduta una donna con il viso magro e gli occhi indagatori, pronti a scorgere anche la minima paura nelle iridi dei ragazzi immobili davanti a lei. Mentre sta per pronunciare il nome della prossima vittima, il suono di un clacson mi fa sobbalzare e una cimosa immaginaria si solleva dalla lavagna, cancellando quell’immagine e riportandomi alla realtà.

giovedì 24 novembre 2016

Vi presento Paola Casadei

Ed eccomi ancora a svelare il secondo nome, rullo di tamburi: Paola Casadei si unisce alla piccola famiglia di Sogni nel calamaio e si occuperà, con me e Rita delle recensioni. Che dire se non un grande BENVENUTA !

Passo a lei la parola per presentarsi:


Ciao a tutti. Io sono Paola. Ex-farmacista, ex-direttore tecnico di laboratorio omeopatico, per amore ho lasciato l’Italia oltre 20 anni fa. Ho vissuto i primi anni in Francia, poi 12 anni tra Sudafrica e Mozambico e ora vivo a Montpellier. Per non dimenticare l’esperienza africana ho scritto “L’elefante è già in valigia”. Ora scrivo, traduco e suono il piano. Ma soprattutto leggo (e recensisco) libri di vario genere. Ma non il fantasy…

lunedì 21 novembre 2016

vi presento un nuovo membro dello staff !

Ed ecco un nuovo membro dello staff di Sogni nel calamaio: Rita leggerà per voi e recensirà i romanzi che ci vengono proposti. Grazie Rita e benvenuta!

Conosciamola un po' meglio:


La mia "storia"

 Mi chiamo Rita Pinna, di nascita cagliaritana ma cittadina del mondo e sono convinta che non è mai troppo tardi per realizzare i sogni nel cassetto e io sto realizzando il mio che ho accantonato 40anni fa. Dopo che ho fatto la chef, la guida a cavallo e la mamma a tempo pieno di un meraviglioso bimbo, A 53 anni finalmente ho trovato il coraggio di scrivere.
 Ho cominciato a leggere a cinque anni e da allora non mi sono più fermata. I miei eroi fanciulleschi sono stati Verne e Salgari, ma leggevo volentieri Omero e Virgilio. 
Spero di esser pronta a parlare dei vostri libri con voi.


sabato 19 novembre 2016

Intervista a Francesca Rossini


Ed eccoci qui, con una grossa novità: prima di tutto l'ingresso nel blog della mia carissima amica, nonché bravissima autrice Clara Cerri. BENVENUTA! 
Clara si occuperà di una nuova rubrica che vuole un po' ribaltare le consuetudini:
intervisteremo i blogger, sì proprio loro che spesso intervistano noi autori, loro cui le opinioni tanto significano per noi e tanto contribuiscono a pubblicizzare i nostri romanzi.
Vogliamo per prima cosa conoscerli meglio, come persone e come blogger, curiosare sulle loro scelte, su cosa li ha portati ad aprire quello spazio virtuale e poi dar loro la possibilità di presentare il loro blog, farlo conoscere, promuoverlo.
IN bocca al lupo Clara e buona lettura a tutti! 





















passo la parola a Clara: ;-)

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Come educazione vuole, non potevamo inaugurare la nostra serie delle interviste della #librosfera senza fare quattro chiacchiere con la padrona di casa del nostro blog, Francesca Rossini.


Benvenuta e grazie per aver accettato questa intervista. Chi sei nella vita di tutti i giorni?

Sono un’insegnante e una mamma, sempre di corsa e sempre con la testa tra le nuvole e il naso infilato in qualche libro.


Che posto hanno i libri nella tua vita?

Quando ero un’adolescente allampanata, malaticcia e timida fino al midollo, i libri sono diventati parte fondamentale nella mia vita, evasione dal mondo e valvola di sfogo. Hanno quindi sempre avuto un posto d’onore nella mia vita.


Perché hai deciso di aprire un blog letterario?

Ho aperto il blog quando ho cominciato a scrivere, prima su alcune piattaforme on line, poi qualcosa di più impegnativo. Sono entrata nel ‘mondo della scrittura’ in rete e ho iniziato ad aver voglia di esprimere i miei pareri anche sui romanzi che leggevo. Poi ho capito che quelle mie recensioni potevano aiutare degli autori emergenti a farsi conoscere, così ho aperto le porte agli autori, nel limite umano delle letture che una singola persona può fare, per segnalazioni e recensioni oneste. Il mio intento è dare una possibilità a tutti di farsi notare e al contempo dare al lettore un’idea del libro che presento.


Qual è il genere che preferisci leggere e recensire?

Amo definirmi onnivora, diciamo che non c’è un genere che prediligo, ma ci sono tipologie che non sopporto, a prescindere dal genere: non sopporto libri troppo ridondanti, con linguaggio forzatamente aulico, oppure libri illeggibili per trama inesistente o ingarbugliata. Se proprio dovessi inserirmi in un’etichetta diciamo che preferisco i thriller, i romantici dall’impronta ironica e le saghe fantasy (fatte bene) .


Leggi e recensisci anche altri generi?               

Come dicevo sopra leggo e recensisco un po’ di tutto.


Ti definiresti "buona" o "cattiva" con gli autori?

Diciamo ‘buona’, nel senso che facendolo per hobby non amo falcidiare chi, comunque, ha faticato per scrivere. Certo non scrivo recensioni false, non sarebbe giusto per i lettori, quindi mi limito a recensire i libri in cui ho trovato del buono, che mi sono piaciuti almeno per qualche aspetto. Agli autori dei libri che invece non mi sono piaciuti affatto scrivo semplicemente in privato la mia opinione, dando nel mio piccolo dei consigli su cosa secondo me dovrebbe essere migliorato.


Non hai paura che, se sei cattiva con il romanzo di un collega, poi questo si vendichi?

Sinceramente non ho mai pensato a questo aspetto, forse perché essendo divoratrice di libri e amante un po’ di tutti i generi (e forse un po’ per il mio essere insegnante ed essere abituata a vedere il buono un po’ in tutti i lavori) è difficile che un lavoro proprio non mi piaccia in nessun aspetto, qualcosa di positivo credo si possa trovare sempre. Io personalmente non apprezzo molto questa moda di falcidiare i lavori con recensioni al veleno, nascondendosi dietro un ‘bisogna essere sinceri’ quando, a dirla tutta, spesso si gode solamente a essere cattivi.


Cosa pensi del self publishing?

Penso che in una situazione editoriale satura, in cui si è circondati da editori che non leggono nemmeno i  manoscritti che gli vengono proposti, e altri che chiedono soldi all’autore per pubblicare, sia una buona via per arrivare al lettore. Vero anche che purtroppo, in mezzo a tanti che lo fanno come scelta ponderata, che curano ogni aspetto del romanzo, dalla cover all’editing, ce ne sono altri che mettono in giro lavori che non meriterebbero, con editing assente, trame acerbe e confuse, che avrebbero avuto bisogno di un parere e un aiuto esterno prima di esser messe sul mercato. Insomma, è una bella possibilità, che, come tutte le cose, è sfruttata bene o male a seconda della singola persona.


Se un libro non ti piace, lo recensisci lo stesso?

Come ho già detto sopra, lo leggo tutto, fino in fondo, sperando di trovare qualche lato positivo: in quel caso sì, lo recensisco. Se non dovessi trovare nulla che mi piaccia, se la recensione dovesse essere interamente negativa no, non lo recensisco. Non per paura di ritorsioni, ma perché non essendo il mio lavoro non vedo perché dovrei infierire sulle fatiche degli altri. All’autore però do dei consigli per migliorare.

C’è il caso di un ragazzo ad esempio, che mi ha consegnato un lavoro con la cover beige della piattaforma online, con sinossi lunga due pagine che svelava tutta la trama, con errori di grammatica basilare, che dopo i miei consigli e critiche ha deciso di togliere dalle piattaforme di vendita l’ebook, per migliorarlo. Sono stata davvero felice (il mio animo insegnante non mi abbandona mai) e spero che presto ripubblicherà ottenendo successo.


Un parere per orientarci: cosa occorre a un libro oggi per attirare l'attenzione in un mercato così affollato?

Bella domanda, vorrei saperlo davvero anch’io! Una bella cover, accattivante, che si distingua dalla massa; una trama frizzante, fresca, vivace, raccontata in una bella quarta di copertina: in questa marea di libri credo che oggi bisogna innanzi tutto farsi notare, spiccare nel mucchio. Ci sono generi che vendono più di altri, questo è assodato, e quelli saranno facilitati, ma, visto che credo non ci si possa forzare nello scrivere, credo che il mio consiglio sia una bella cover e una sinossi che cattura, tanto per iniziare con il piede giusto.


Grazie Francesca!



lunedì 14 novembre 2016

Segnalazione Il vortice del tempo

Buon pomeriggio Sognatori! eccovi una segnalazione intrigante, per  inaugurare il ritorno all'attività dopo il riposo forzato, causa blocco connessione. 
Buona lettura a tutti!  





Titolo: Il Vortice del Tempo

Autore: Nicolò Marino

Genere: Fantasy

Pagine: 47

Prezzo: 0,99

Formato: E-book kindle



Dove acquistarlo: Amazon www.amazon.it/Vortice-del-Tempo-Tempus-Vol-ebook/dp/B015EE2V9E/


Sinossi
Federico Barbagallo è un archeologo impegnato in uno scavo sull’isola di Ortigia. Affascinato dalla storia, in tutte le sue sfumature, e interessato in particolare al periodo classico greco, sente uno strano collegamento con il reperto ritrovato durante lo scavo. L’antica pergamena cela qualcosa d’inaspettato. E proprio durante le sue ricerche di approfondimento, si ritroverà a viaggiare nel tempo. La sua esistenza entrerà in collisione con quella del famoso scienziato greco Archimede, che gli rivelerà cose impensabili. Inizia così un viaggio verso la verità ma anche una corsa contro il tempo. Federico deve ritornare alla sua epoca e solo con l’aiuto di Archimede e di qualcun altro che risponderà a tutte le sue domande, potrà avere qualche possibilità.
Il vortice del tempo è un racconto semplice, ma che vi trasporterà in un’epoca lontana e stuzzicherà la vostra curiosità, facendovi infine domandare: “Ma noi siamo veramente soli nell’universo?”



giovedì 10 novembre 2016

Segnalazione cruore

Eccomi tornata, ne è passato di tempo... ben tre mesi senza connessione. 
Oggi riprendo in mano il mio amato blog, prestissimo tornerò anche con le recensioni e spero presto con delle novità.

Ho il piacere di riprendere l'attività con questa segnalazione. Una nuovissima Uscita per Andy Ben : Cruore. Intanto posso dire che la cover mi piace da matti!

Sinossi:
Dopo quattro anni trascorsi a Riva del Garda, Montorsi viene richiamata a Milano. Dovrà affrontare un caso intricato e sconvolgente con la collaborazione dell’ispettore Brezzi e di una nuova squadra investigativa. Sarà una corsa contro il tempo scandita dal rapporto conflittuale con il procuratore.
Riuscirà il commissario a risolvere il caso e a inchiodare il colpevole? Chiuderà finalmente i conti col passato? Quale sarà il destino della tormentata relazione con Carlo Scala?

Un giallo rapido, appassionante, dove nulla è come sembra e bastano venti secondi per cambiare la sorte di una vita.




ed eccovi un estratto:

Benché frizzante, l’aria è piacevole in questa notte di ottobre, così come la compagnia dell’uomo che ho appena conosciuto e con cui ho tutta l’intenzione di divertirmi.
Un vento calmo batte sulle mie gambe nude infilate in un paio di stivali di pelle che ho comprato per sfoggiarli in occasioni come questa: il tacco mi dà l’altezza giusta e mi trovo tremendamente sexy.
Mentre fumo la sigaretta che il mio nuovo amico ha gentilmente offerto, ripenso a qualche minuto fa, quando ero seduta sulle sue gambe: l’ho sentito eccitarsi sotto di me e non ho resistito a voler provare quel brivido di piacere che mi ha dato quando gli ho permesso di accarezzarmi sopra gli slip.
Sono eccitata e nel contempo affascinata da quest’uomo sulla trentina, dall’aspetto ben curato e che emana una sorta di magnetismo e di sicurezza apparente, ma in fondo così tenero da farsi le paranoie se una ragazza “ci prova”.
Anche ora che ha buttato la cicca per terra e potrebbe approfittarne e abbracciarmi, sono io che ho fatto la prima mossa, mi sono avvicinata rapidamente e l’ho stretto alla vita.
Tiro l’ultima boccata quindi spengo la sigaretta sotto la punta degli stivali, ancheggiando con un movimento sexy che non passa inosservato.
Una sferzata di vento mi sorprende: «Brrr, fa freschino!» esclamo con l’intenzione di lasciare momentaneamente l’iniziativa ad Alberto.
Questa volta non si lascia sfuggire l’occasione cogliendo subito la palla al balzo: «Forse è meglio andare in macchina… staremo al caldo… e saremo più comodi.»
Mentre avanziamo, osservo la desolazione del parcheggio illuminato dai lampioni: un’accozzaglia di auto, moto e altra ferraglia poggiata su un polveroso sterrato immerso in un silenzio che è interrotto dal rumore dei tacchi dei miei stivali e che alla vista risulta praticamente deserto.
Un suono metallico, accompagnato dal lampeggìo degli indicatori di direzione, mi fa sussultare mentre passiamo in prossimità di due utilitarie. È la BMW una fila più avanti a noi che ha dato segni di vita.
«Ti sei spaventata?»
«Sorpresa più che spaventata… e così questa sarebbe la tua macchina?»
L’elegante berlina color nero pece, lucida e ben illuminata dalla luce artificiale del parcheggio, si nota immediatamente in mezzo alle automobili, decisamente più modeste, che la circondano.
Sciolgo l’abbraccio e comincio a girare intorno alla vettura, osservando la perfezione delle cure alle quali è evidentemente sottoposta ogni giorno e cercando di mettermi in mostra il più possibile nel tentativo di vincere l’assurda sfida che quella bellezza sembra avermi lanciato.
«Te ne intendi?»
«Fendinebbia, alogeni… cerchi in lega… vetri oscurati… allestimento sportivo… mmm… sì, un pochino… adoro le belle macchine.»
«Per me è solo una macchina… forse un po’ costosa, ma pur sempre solo una macchina.»
«“Un po’ costosa” dici? Se è full-optional, come credo, sarà intorno ai settantamila euro.»
Alberto timidamente tentenna quasi volesse nascondere la vergogna per aver ostentato la propria vettura: «È possibile, ma non ci bado… e se è full-optional lo puoi constatare di persona» e così dicendo apre la portiera del guidatore e mi invita ad accomodarmi.
In questo esatto momento ho deciso che la sua timidezza mi piace proprio e anche che è il momento di riprendere il comando della situazione: «Non vorrei contraddirti, ma credo che saremmo più comodi dietro.»
Spalanco una delle portiere posteriori e mi infilo in macchina.
Non richiudo la portiera lanciando in tal modo un messaggio evidente al mio amico che non si fa pregare e anzi azzarda una battuta: «Posso accomodarmi?»
Gli sorrido. Apprezzo gli uomini spiritosi, ma non posso fare a meno di avere l’ultima parola: «L’auto è tua» gli dico, «e poi non sarebbe carino lasciarmi qui, tutta sola.»
Alla mia risposta, Alberto abbandona ogni esitazione e mi segue sul sedile della berlina.
Cerca di prendere l’iniziativa, provando a baciarmi, ma lo respingo tenendolo a debita distanza; sono io che devo condurre il gioco e non vorrei che si spingesse oltre i limiti che impongo per quelli che considero primi appuntamenti.
Non fa in tempo a dispiacersi perché subito mi getto con intenzione tra le sue braccia non senza aver messo le cose in chiaro: «Comando io!» gli dico, sfoggiando il sorriso più malizioso e complice che mi riesce.
Alberto si arrende e gli compare un’espressione di compiacimento sul viso.
Lo bacio e assaggio il sapore di tabacco e alcol della sua bocca intanto, lentamente, gli sbottono la camicia.
Mentre lo accarezzo, in qualche modo, riesce a sfilarsi la giacca quindi si mette comodo, appoggiandosi completamente sullo schienale e sospirando in cerca di un relax a cui non acconsentirò: non crederai di divertirti solo tu?
Gli sollevo la canotta e il mio tocco, salendo dagli addominali, va in cerca del suo petto.
Sento la sua pelle fremere sotto le mie dita, ma è solo un attimo, perché interrompo le carezze e gli faccio intendere che deve giocare anche lui. Prendo la sua mano e me l’appoggio sul seno, poi smetto di baciarlo e guardandolo lo invito: «Delicatamente!»
Alzo la maglietta. Non servono altre spiegazioni.
Sfila subito una spallina del reggiseno e comincia a toccarmi mandandomi su di giri. La sua mano è dolce ed esperta e non ha bisogno del mio aiuto: riprendo a baciarlo e a carezzargli il petto.
Ora mi abbraccia e con entrambe le mani cerca di sganciarmi il reggiseno: lo fa con goffaggine, come quasi tutti gli uomini, ma al terzo tentativo ci riesce, scoprendo la mia pelle.
Mi stacco dalla sua bocca e inizio a baciargli il petto. Faccio scorrere su di lui le labbra e la lingua e, quando le sue dita si soffermano troppo sui miei capezzoli, lo mordicchio provocandogli dolore ed eccitazione allo stesso tempo.
Giunta agli addominali mi fermo a stuzzicare il suo ombelico mentre con la mano inizio a disegnare piccoli cerchi che scendono verso i suoi pantaloni.
Come telecomandato anche lui gioca allo stesso modo col mio corpo.
Le dita giungono al bordo dei pantaloni.
Abbandona il seno per infilare la mano sotto la mini e carezzarmi le cosce.
Ora scendo e accarezzo la zip dei pantaloni.
Senza indugi arriva all’elastico degli slip e inizia a solleticarne il bordo.
Sono sempre più eccitata. Gli slaccio la cintura.
La sua mano calda oltrepassa la stoffa del mio intimo.
Abbasso la chiusura lampo. Sto perdendo il controllo.
Lo libero dai boxer e lo tocco.
Le sue carezze audaci mi fanno quasi gemere.
L’altra mano si appoggia alla mia guancia e mi carezza, poi si sposta sui capelli e infine sulla nuca.
No, che cazzo stai facendo? Ci stavamo divertendo, perché vuoi forzare la mano?
Cerco di svicolarmi dalla sua presa scuotendo la testa, ma lui prosegue e cerca di spingermi verso il basso.
«Non voglio» gli sussurro, ma nulla.
«No!»
La sua mano non accenna a smettere di spingere.
«Ho detto no!» grido.
Lui ci riprova: «… e dai…»
Raccolgo tutta la forza che ho, mi divincolo e comincio a sbraitare: «Cazzo, ti ho detto che non voglio! Ma per chi cazzo mi hai preso?»
«Scusa pensavo...»
«A cosa cazzo pensavi? Ci conosciamo da cinque minuti e pretendi che ti faccia un pompino? Ma vaffanculo!»
Mentre gli impreco contro cerco di sistemarmi alla meglio, mi aggiusto il reggiseno e gli slip, mi abbasso la maglietta.
«Sei solo uno stronzo come tutti gli altri. Una fa la carina e subito pensate di portarvela a letto… neanche, volevi scoparmi in macchina… stronzo!»
Cerco con rabbia di aprire la portiera della macchina per scappare e lo sento balbettare qualche sorta di scusa mentre cerca di trattenermi, ma sono talmente incazzata da non prestare attenzione.
Al terzo tentativo finalmente afferro la maniglia e apro la porta.
Scivolo fuori dall’auto come un animale ferito, non nel fisico, ma sicuramente nell’animo.
Con tutta la furia che posso, richiudo la portiera sbattendogliela in faccia, stroncando il suo tentativo di fermarmi e riportarmi alla ragione.
Prendo un po’ di distanza dalla macchina, dopo mi volto e ancora gli urlo contro: «Testa di cazzo! Vaffanculo!»
L’eco delle mie parole si diffonde nel parcheggio e si perde nei campi intorno al locale.
Con passo deciso mi allontano dal veicolo in direzione del motorino, posteggiato al lato opposto dell’area di sosta, una passeggiata di un centinaio di metri.
Rallento.
Il cuore torna lentamente a battere in modo regolare.
L’adrenalina scende.
La rabbia si trasforma lentamente in frustrazione.
Ho una gran voglia di piangere, ma non lo farò di certo per uno stronzo di quel genere.
Magari è colpa mia…
Magari il mio atteggiamento…
Magari l’ho stuzzicato troppo…
Magari…
No! No! Vaffanculo.
Anche se l’ho stuzzicato nessuno gli ha dato il diritto di trattarmi come una puttana.
Vaffanculo lui e la sua fottuta macchina.
Volevo solo divertirmi un po’, e guarda che fine di merda ha fatto la serata.
Forse dovrei tornare indietro…
Forse dovremmo spiegarci…
Mi sembrava così…
No! È solo uno stronzo!
Continuo a camminare fino in prossimità del motorino quindi, a pochi metri dal traguardo, infilo una mano nella borsetta alla ricerca delle chiavi.
Mi fermo un attimo a riflettere.
No, non voglio rientrare nel locale.
Gli ho pure mentito: non c’è nessuno che mi aspetta lì dentro.
La serata ormai è rovinata.
Meglio tornare a casa.
Una fitta intensissima alla nuca.
Appoggio una mano sulla testa e la sento bagnarsi.
Mi guardo la mano… è… sangue!
La vista si annebbia.
Mi volto e vedo l’ombra di qualcuno.
Perdo l’equilibrio.
Cado.
Non capisco più nulla.
L’ultima cosa che sento è: «Ora avrai quello che ti meriti, troia!»