sabato 31 gennaio 2015

stralci di phoenix... sempre in lite...




Alla parete riproduzioni e stampe di quadri cubisti, molti erano delle bellissime donne di Marie Laurencin e quelli più astratti di Albert Gleizes. Poche suppellettili provenienti sicuramente da viaggi in tutto il mondo: tre piccole statuette di ebano africane, un buddha di pietra vicino alla dea Kalì e un vaso cinese, Leila si avvicinò e toccò il buddha spostandolo.
«No!»
Sobbalzò rischiando di farlo cadere.
«Scusami» disse spaventata, lui si avvicinò e lo rimise esattamente dov’era.
 «Non toccare niente!» disse arrabbiato. Leila era molto turbata, quell’uomo aveva qualche rotella fuori posto! Cercò di non pensarci, ricordando quel che affermava sempre sua madre, che la sapeva lunga sulle persone: “Ognuno è pazzo a modo suo Leila,” diceva quando la sentiva criticare il comportamento di qualcuno. Era un’insegnante in una scuola pubblica ed aveva visto comportamenti e problematiche di tutti i tipi, imparando a tirar fuori il buono da ogni individuo, senza fermarsi alle apparenze.
«Senti, puoi rimanere qui a casa mia finché tutto non sarà finito, non ti troveranno mai qui» disse lui in tono più conciliante.
«Non ci pensare nemmeno Clay.»
Ancora una volta lui perse la pazienza: «Oh pazza, testarda, insopportabile donna, ora capisco perché tuo marito ti ha lasciata, vuoi prevaricare su tutto!»
Lei divenne livida, era furiosa fino al midollo, come si permetteva? Gli mollò un ceffone in pieno volto.
«Non ti permettere! Non provare a parlare di cose che non conosci, tu non sai chi sono io, non mi conosci, non sai nulla!»
«E neanche ci tengo!» rispose massaggiandosi la guancia, su cui era comparsa, ben visibile, l’impronta delle cinque dita.
«E poi non sono sposata, non lo sono mai stata!» gridò quella spiegazione superflua come fosse la cosa più importante del mondo.

Lui scosse la testa. «Oh, se provi a colpirmi ancora ti restituisco il colpo, sia chiaro!» poi uscì dalla stanza sparendo in camera sua.

venerdì 30 gennaio 2015

for authors




Hello, I am an Italian author who is doing 

translate her novel on balbecube. I'm looking

for native English speakers authors who 

want to translate their books in Italian. At 

the end we could assist us in translation

review: I will revise the text in Italian 

and I'll makeit of pleasant reading, you 

will do the same for me. After the 

publication we will help each ather in 

promoting in our respective countries. 

I'll be waiting for an answer!

ultimo capitolo della rubrica 'dalla bozza al romanzo'


promozione1

È IL MOMENTO DI PROMUOVERE


‘Ce l’ho fatta!’ La soddisfazione e la gioia immensa di vedere il vostro lavoro pubblicato, i primi riscontri, i primi approcci con amici e conoscenti che scoprono questa vostra vena artistica. Ed ora?
Il primo periodo sarà di piena euforia e di estenuante risposta alle classiche domande da far cadere le braccia:
‘Ma davvero scrivi?’ ‘ Ma è un libro vero?’
‘Come faccio ad acquistarlo?’
‘Me ne regali una copia?’
‘Quanto hai venduto/ guadagnato?’
Ecco, in mezzo a tutto questo marasma e imbarazzo dovrete anche pensare ad una cosa fondamentale: La promozione!
Sì perché è già difficile vendere libri in un’era di tv, videogame e tanta, tanta pigrizia, se poi non siete uno Stephen king o una Joanne Rowling, non vi si filerà nessuno. Allora come muoversi? Come promuovere?
Prima cosa che consiglio è quella di crearsi una pagina social con il nome autore, oppure quello del libro o addirittura due pagine separate. Non pensate di vedervi arrivare offerte di recensioni o segnalazioni, rimboccatevi le mani e andate a cercare nei blog o nei gruppi facebook,ma non così allo sbaraglio: cercate qualcosa che sia attinente al genere del vostro libro. Spiego meglio: se avete scritto un horror non andate a chiedere una recensione al gruppo ‘sulle ali del rosa” (nome inventato, chiedo venia dovesse esistere davvero) perché vi prenderanno per pazzi.
Ok avete mandato delle mail e vi staranno arrivando le prime risposte, di solito molto repentine. Attenti! Molte di queste chiedono contributi, non entro nel merito di ciò, ma informatevi bene prima, per evitare sgradevoli incomprensioni.
Per una recensione ci vogliono dalle tre settimane ad un mese, dipende dagli impegni di chi la fa, delle richieste che ci sono in ballo.
‘E intanto che aspetto?’ Chiederete.
Eh, domanda cruciale. Me lo sto chiedendo anch’io cosa sia meglio fare. Vi dico intanto cosa è bene (sempre secondo me) non fareNo allo spam continuo e selvaggio.
È diventato davvero fastidioso aprire la propria bacheca facebook e vedere trenta post della stessa persona, che ogni santo giorno posta lo stesso link in tutti i gruppi possibili e immaginabili. Dà fastidio a me, che so comunque quanto sia difficile farsi pubblicità, figuriamoci al povero lettore che non gliene frega nulla delle nostre difficoltà e vuole solo leggere le notizie sulla sua bacheca. Io penso che dopo due o tre volte di questa invasione vi cancellerà dalle amicizie e se ancora non ha comprato il libro non lo acquisterà mai e poi mai.
Visto poi da chi non ha la vostra amicizia, ma è iscritto allo stesso/stessi gruppi, leggere ovunque il vostro post, in cui magari non interagite con gli argomenti trattati nel forum, entrate e ‘sganciate’ il link di acquisto e ve ne uscite senza un commento, è davvero frustrante e fastidioso. Molti gruppi stanno eliminando post di questo tipo e vietandoli esplicitamente nelle regole, nonostante ciò c’è sempre qualcuno, molti, che ignora il regolamento facendo quel che vuole. Questa lunga parentesi per dire soltanto di stare attenti perché potreste ottenere il risultato inverso.
Sì invece all’interazione sui social a tema, che spesso comunque consentono la pubblicità in un determinato giorno della settimana, e anche qui, fatelo con tatto e un po’ di simpatia: non mettete solo il link, postate stralci del romanzo, raccontate di voi o inserite immagini accattivanti che portino al link in modo divertente e non invasivo.
Cosa scrivere nella pagina autore o in quella del libro?
Inserite i retroscena, aneddoti di come è nato il vostro lavoro, postate brani tratti dal libro, aggiornate il tutto con le recensioni, che inizieranno ad arrivare, e le interviste. Ma mettete anche qualcosa che vari dal vostro lavoro:  postate vignette , notizie di cronaca o articoli attinenti. Non fate mai annoiare il lettore proponendo solamente la copertina del vostro libro in tutte le salse, variate, sbizzarritevi, inventatevi qualcosa di nuovo.
Strade che ancora non ho percorso sono i gateway e i blog tour. Se avete l’appoggio di blog frequentati organizzate incontri aperti con il pubblico rispondendo on line alle domande o organizzando giochi con in premio gadget o copie del libro stesso.
Per chi ha il cartaceo e ne abbia la possibilità organizzate delle presentazioni, anche qui però state ben attenti a pubblicizzarvi bene, ad assicurarvi almeno una piccola fetta di pubblico, o proverete una cocente delusione di parlare ad una sala vuota.
Ci sono infine siti che offrono la possibilità di porre in vetrina il libro, proponendo l’acquisto. Anche qui, per funzionare deve essere davvero un sito molto frequentato e la pubblicità posta in un punto molto rilevante, altrimenti avrete buttato i soldi.
Un’ottima mossa è quella di mettere il libro in promozione per un periodo limitato. Se il formato è in ebook vi stupirete pensando: ‘ma come, costa già come un caffè, che differenza c’è tra 1,99 euro e 0,99?’ C’è, fidatevi: i lettori vogliono spendere sempre meno per i libri, soprattutto se di esordienti, e si hanno impennate considerevoli nelle vendite quando il prezzo cala, seppur passando da ridicolo a imbarazzante. Ma ormai siete nel giro da un po’ di tempo, se siete arrivati a questo punto della mia rubrica, e saprete certamente che non si scrive per guadagnarci, non a questi livelli, ritenetevi fortunati se non ci rimetterete.
Per questa fase finale, comunque, entra in ballo il carattere personale, lo spirito di intraprendenza e gli agganci che si possono avere, oppure cercare di ottenere. Certo è che se lasciate lì il libro, che sia la libreria o gli store on line, finito lo sciame di amici e parenti, è molto difficile che qualcuno acquisti il vostro lavoro. Bisogna continuamente darsi da fare, ricordatelo.
Io mi sto ancora chiedendo cosa davvero funzioni, se qualcuno di voi avesse ulteriori consigli commenti pure, vi aspetto con curiosità.

giovedì 29 gennaio 2015

Jonas 6


Flusso invadente

Il palazzo non aveva ascensore, Jonas imprecò mettendo a dura prova il suo corpo, non ancora abituato alle nuove gambe. Il tanfo di urina non facilitava il compito. Finalmente giunsero al decimo piano, una folata d’aria fresca lo riscosse, proveniva da un cedimento della facciata dell’edificio.
“Meglio per te che ci sia qualcosa d’interessante qui dentro o arriverai all’auto volando” commentò Jonas tra i denti, ansimando. Poi tacque, nell’istante esatto in cui aprirono la porta.
 Una donnetta orientale venne ad aprire, si fece subito da parte senza mai alzare lo sguardo dal pavimento.
Hors andò diretto alla porta in fondo, la aprì e proseguì ancora scostando una tenda di perline, salirono piccole scale a pioli di legno marcio. Si ritrovarono in una soffitta, una stanzetta ingombra di macchinari dall’aspetto poco rassicurante. Un giapponese in canotta, con un impianto oculare vecchio di decenni all’occhio sinistro, lo scrutò. Si soffermò troppo a lungo sulle sue gambe, Jonas sospettò che quell’impianto malandato nascondesse trucchetti non approvati dalla legge. Per un attimo pensò di fare una battuta sul fatto che avrebbe fatto meglio andar a sbirciare sotto vestiti femminili invece di fare il finocchio con lui, ma decise di tacere. Voleva mantenere le distanze e cercare una via d'uscita.
Hors si sedette su una poltroncina, logora e antica, ancora di quelle rivestite di materiale tessile, presa da qualche cinema di infima categoria.
“Siediti” gli disse indicandone un’altra simile accanto alla sua.
“Scordatelo!” ringhiò Jonas sentendosi in trappola.
Un attimo dopo sentì il freddo metallo di una pistola sulla nuca, mentre il puzzo di alcol e sudore di un nuovo arrivato si era materializzato dal nulla. Riconobbe il sonoro click di una maxy90, probabilmente modificata illegalmente con pezzi di contrabbando.  Una di quelle gli avrebbe spappolato il cranio e riversato il cervello addosso a Hors in meno di un secondo. Non che avesse fatto la differenza, quando si è morti si è morti. Ma l'idea lo disgustava. 
“Ok, ok, calmo amico!”
Si sedette e subito fu legato con strette cinghie.
“Sei in grossi guai Hors, ti ammazzerò lo sai? Se ne uscirò vivo ti ammazzerò!” ringhiò.
 “procediamo!” disse  Hors impassibile.
“Dimmi almeno che diavoleria è!”
“Scambio di ricordi Jonas, solo un aiutino a ricordare”
“Scambio di ricordi? E che ne sai tu di me o del caso che ti serve”
“Di te so quel che basta fidati, per il caso… spero che i miei ricordi diano un bel calcio nel culo ai tuoi, che saltino fuori in fretta, sempre che non ci rimani secco. Promettimi una cosa”
“Io dovrei promettere a te una cosa? Te lo ripeto: sei fuori!”
Srotolò lo schermo di un portable world “non hai una casa giusto?”
Jonas vide una villa, affacciava sull’oceano e sembrava molto lussuosa, sotto, un contratto già siglato: quella casa gli apparteneva!
 “Se a lasciarci le penne sarò io voglio che tu continui ad indagare, che cerchi mia figlia”
“Tua figlia è morta!” ribatté.
“Una casa per un’indagine, penso che me lo puoi concedere!”
Silenzio.
“Allora, ho la tua parola?”
“Potrei dirti di sì e poi non farlo”
“Te l’ho detto Jonas, ti conosco meglio di quanto credi e so che la tua parola vale”
Silenzio.
Infine Jonas esplose “ok, hai la mia parola!”
Hors annuì e l’orientale si avvicinò, rasò una piccola zona di cranio e infilò un ago
“aaah “ gridò Jonas “ringrazia dio che sono legato babbuino!” l’uomo non reagì, infilò l’ago nel cuoio capelluto di Hors, poi applicò degli elettrodi alle tempie, sul collo e sul petto di entrambi. Infine iniettò un prodotto non identificato in endovena. Jonas sentì le palpebre crollare istantaneamente.
Buio, freddo, nausea, Jonas non capiva cosa stesse succedendo, poi un flash e delle voci.
“Abbiamo portato il dessert, i migliori cannoli della città”
Jonas vide subito le scarpe rosse, lucide, così familiari, così eccitanti. Ma la donna era sfocata.
“Sì, mi ha portato dall’altro capo della città per fare una fila di mezzora e siamo in ritardo, lo dicevo io che una torta da Mc Deel sarebbe andata bene lo stesso!”
Un uomo, la sua voce… Jonas sentì il rumore assordante del proprio cuore che galoppava imbizzarrito, quella era la sua stessa voce, quello era lui!
“Nathan, non fare il guastafeste, andiamo a salutare Martha”
La donna si avvicinò a quell’altro lui ed ora poté vederli bene, il cuore frenò la corsa e perse un colpo.
Quel lui era vestito come si vede, si reggeva sulle sue gambe e soprattutto cingeva alla vita una donna assolutamente deliziosa, avvolta in una abito rosso ciliegia, che lo fissava con scintillanti occhi scuri, quella donna era la dottoressa Savini!
Sentì i conati di vomito crescere, cercò di ribellarsi a quelle immagini, la testa sembrava esplodere, Jonas si sentì pervadere da una forza estranea e infine cedette alla valanga di ricordi non suoi e non voluti.
Vide Hors che baciava sua moglie, che festeggiava Natali con la sua bambina, che teneva la mano a Martha sul letto di ospedale e poi che la spingeva nella poltrona per disabili. Vide la figlia cresciuta che aiutava la mamma ad usare il programma di spostamento oggetti a comando cerebrale, vide con quanto stucchevole amore questa sfortunata famiglia continuava ad andare avanti e poi vide quel che non avrebbe mai voluto vedere: la donna malata con il volto contorto da una smorfia di dolore e la casa trasformata, sudicia e trascurata, bottiglie ovunque e Martha sporca delle sue stesse feci.
“Noo!” provò a gridare con tutto il fiato che aveva in gola, come in risposta lo scenario cambiò, gli sembrò di sentire un mugolio proveniente da lontano, per un attimo pensò a come dovesse sentirsi quell’uomo a condividere con lui i suoi più intimi ricordi e quanto doveva costargli.
Ora luce e calore, un prato fiorito. Vide subito i suoi lunghi capelli castani e si rivide. La baciava, la baciava sull’erba con passione, una mano ad insinuarsi sotto il leggero vestito estivo.
“Ehi voi, ci sono i bambini!” sentì di nuovo la voce di Hors, subito la donna si staccò, con un sorrisetto imbarazzato:
“Nathan non ha avuto il permesso per la luna di miele” si giustificò imbarazzata,si sistemò la gonna e gettò un’ultima occhiata piena di desiderio all’altro fortunato se stesso . Risero e Jonas inorridì notando le fedi nuove brillare sulle loro mani, sulla sua mano!


Come procediamo?
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lunedì 26 gennaio 2015

Romanzi rosa contemporanei di Emme X: FRANCESCA ROSSINI : PHONEIX - Operazione Parrot; R...

Romanzi rosa contemporanei di Emme X: FRANCESCA ROSSINI : PHONEIX - Operazione Parrot; R...:     VOTO 4 su 5 SCHEDA TECNICA: Autore: FRANCESCA ROSSINI Titolo: PHONEIX  – Operazione Parrot Editore: LETTERE ANIMATE Data di p...


bellissima recensione, Ester per prima ha capito perfettamente il personaggio di Clay, quello che molti han descritto come 'antipatico' o con cui è difficile identificarsi è stato finalmente descritto per quel che è:un uomo ai limiti del bordeline, con le sue debolezze, che lo rendono umano e meno supereroe,grazie Ester! :-)

un assaggio:

..Oggi cambiamo genere: pochi cuori, zero miele, cento per cento adrenalina............................................
Ho apprezzato particolarmente Clay, il suo personaggio mi ha molto incuriosita. È un duro ma non violento. È bello ma non si pone problemi a indossare dei baffi finti o tagliare i capelli. È riservato ma altruista. È uno degli agenti migliori ma non è invincibile. Non è un “debole” ma ha le sue “debolezze” o manie. Tutto questo lo rende “umano” e non un super eroe con poteri supremi. Non è lo stereotipato e invincibile agente. Mi hanno incuriosito molto le caratteristiche psicologiche del personaggio: recitare gli scioglilingua a voce alta per aiutarlo ad addormentarsi, mi fa pensare a una persona che deve controllare gli attacchi di panico. Sistemare le bottiglie in ordine di altezza, è un altro segno maniacale. Dividere le penne dalle matite senza nemmeno rendersene conto, mentre sta parlando è un altro indizio ossessivo. La sua è un’esistenza borderline, sia nel lavoro sia nei sentimenti................... 

idea fantastica inoltre, quella di abbinare ai personaggi degli attori... e voi come li immaginate ?

CARTACEO AL VIA...


EVVIVAAAA! PRIME PROVE COPIA ARRIVATE, CHE SODDISFAZIONE STRINGERE TRA LE MANI LA MIA 'CREATURA' !!!!





domenica 25 gennaio 2015

for English-speaking readers

Francesca rossini (author)

Francesca Rossini is a teacher of primary school. She lives in Italy, in a small town called Manziana , near Rome

Francesca Rossini published an ebook that is part of the anthology 'Storie d'estate' (Nativi Digitali) . She has always had a passion for writing and drawing, and wrote stories on various electronic plattaforms and illustrated fairy tales for his pupils. Avid reader ofnovels of action and adventure, with plots full of intrigue and danger, now she decided to write her debut novel: Phoenix. PARROT operation. (lettere animate)

Phoenix

a spy thriller, but also a romance
Genre: Mystery, Thriller & Suspense

Secondary Genre: Romance
1983. A fascinating and enigmatic American intelligence agent: Clay Nathan Hobbs, codenamed Blue Shadow, involves the nurse Leila Lane in a daring adventure in Europe on the trail of an agent of the KGB, Egor Vinogradov, who has a big account settle with him. The appearance on the scene of a third woman, the secret agent Rebecca Doyle, will complicate relations between the protagonists. The trio will have to hold off the feelings to foil a plot devised by the Soviet espionage and the threat of nuclear war.

Book translation status:

The book is available for translation into any language. 

venerdì 23 gennaio 2015

la seconda parte delle mie rivelazioni su phoenix

CONTINUA LA COLLABORAZIONE CON IL SITO LETTORI E SCRITTORI, SVELANDO TUTTI I RETROSCENA DI POENIX, QUESTA SETTIMANA OBIETTIVO PUNTATO SU....
I PROTAGONISTI
Ma veniamo a loro, i protagonisti, Clay Nathan Hobbs e Leila Lane. La loro personalità è al centro della storia, assieme all’azione, che senza sosta accompagna tutta la vicenda, che si svolge in un arco di tempo relativamente breve, un mese circa in tutto. Clay, nome in codice Blue shadow (e anche qui il doppio nome nasconde un significato che verrà svelato nel romanzo), è un agente del ramo segreto della CIA, affascinante ed enigmatico, non mostra agli altri la minima presenza di emozioni. Ma nasconde un passato doloroso, che lo tormenta nei sogni e viene fuori prepotentemente attraverso ossessioni e tic che lo caratterizzano. Come quello di mettere tutto in ordine, catalogato secondo un preciso criterio, che siano le matite in una scrivania o i bagnoschiuma nella mensola della doccia. È un uomo che vive per il suo lavoro, che usa le donne come divertimento, pur avendo una relazione fissa da nove anni, che non ha paura di mettere a rischio la propria vita, forse perché non ci tiene poi così tanto. È un uomo che inizialmente può suscitare antipatia, in cui non è semplice identificarsi, ma che piano, piano mostrerà sfaccettature impreviste del suo essere. Questo soprattutto grazie all’incontro- scontro con Leila, infermiera, mamma single, nonché informatrice per la Cia. Leila è una donna allegra, un po’ pasticciona, ma forte e con l’animo buono e altruista. Cresce suo figlio da sola e anche i due di sua sorella, che dopo l’ennesimo divorzio si è trasferita da lei, senza la minima capacità di contribuire alla buona riuscita dell’andamento familiare.
Leila è una donna caparbia, che se la prende facilmente, ma facilmente perdona. Ha un sogno improbabile: quello di diventare un agente, ha fatto domanda per il corso di addestramento, ma è stata rifiutata, così per ora si accontenta di fare l’informatrice. Si trova ad aiutare Clay per caso, ma subito coglie al volo l’occasione per vivere quell’avventura e lo segue in Europa, anche se non voluta.
Clay considera Leila un peso, è attratto dalla sua bellezza ma odia la sua ‘normalità’, inoltre considera il fatto che abbia un figlio un valico insuperabile persino per una flirt di breve durata. Leila invece pensa che Clay sia davvero pazzo e ne ha spesso paura, anche se a mano a mano imparerà a conoscerlo davvero, creando crepe sempre più profonde nel guscio che lui si è costruito.
A complicare le cose, l’arrivo di Rebecca, eterna compagna di Clay, agente anche lei, bellissima e sfacciata, accetta il rapporto libero con Hobbs, ma scoprirà presto cosa significa essere gelosi.
Credo di avervi detto a grandi linee come è stata costruita la mia storia, aspetto vostre domande. Cercherò di rispondere ad ogni vostra curiosità.

giovedì 22 gennaio 2015

5 capitolo jonas

libertà


L’armadietto si chiuse con uno scatto secco. Indossare abiti veri lo faceva sentire bene, ma un po’ a disagio. Abbassò lo sguardo sulle scarpe sportive che spuntavano dai pantaloni della tuta dal tessuto liscio. Non si era ancora abituato a quel prolungamento di sé, che gli rendeva possibile muoversi, ma che non riusciva a sentire proprio. Si girò e sentì i circuiti reagire al comando della sua mente. Sorrise amaramente, era per molti versi simile a quei robot che tanto odiava. Sospirò, finalmente era libero, dopo oltre un mese d’inferno poteva ricominciare a vivere. Era stato il mese più frustante della sua esistenza, non che ricordasse poi molto della sua vita per esserne assolutamente certo.

“Toc toc” mimò la dottoressa.

“Oh, ancora lei, ho già firmato, non sono più sotto le sue grinfie”

Rispose brusco, ma sotto la maschera da burbero nascondeva una crescente simpatia per la donna che gli era stata accanto, sopportando stoicamente tutti i suoi momenti no, ed erano stati davvero tanti.

“Non ci sperare troppo, ha i controlli settimanali Jonas, la voglio qui ogni lunedì alle sette”

“Ed eccola lì pronta a smorzare il mio entusiasmo” ribatté lui, infilando la felpa della tuta e sollevando la leggerissima sacca con i suoi miseri effetti personali.

“Sicuro di non voler cercare un appartamento? Ce ne sono di carini vicino all’ospedale così potrà…”

“L’albergo andrà bene, l’assicurazione ha sganciato un bel gruzzolo”

“Già” disse lei rassegnata.

“Buongiorno” l’uomo dai baffi comparve sulla soglia e i due sobbalzarono di sorpresa. Aveva ceduto, dopo i fallimenti di Jonas nel ricordare, aveva dato di matto. Jonas era riuscito a sapere che c’era di mezzo sua figlia, rapita durante l’operazione in cui lui era stato ferito. E piano, piano si era rassegnato, distrutto dal dolore aveva dato le dimissioni. L’ispettore Hors non c’era più, rimaneva un vecchio distrutto dal dolore, che beveva troppo e si piangeva addosso. Tutto questo per colpa sua. Jonas provò una fitta di dolore nel vederlo, smagrito e dalle gote arrossate dall’alcol.

“Che ci fa qui?” chiese distaccato, per non mostrare il suo dispiacere.

“Ti accompagno” disse solamente. Jonas non fece domande, si avviò con lui facendo un saluto militare scherzoso alla dottoressa: “Adios bellezza”

“A lunedì detective” sorrise lei. Jonas non poté evitare di sorridere di rimando. Aveva smesso di chiedersi cosa le ricordasse quella donna, godendosi invece le sensazioni piacevoli che gli procurava la sua vicinanza.

L’uomo taceva mentre l’accompagnava a destinazione, l’auto sbandava vistosamente nel traffico, sorvolando all’ultimo momento persone e cose sollevandosi di scatto verso l’alto, Jonas aveva voglia di vomitare.

“È ubriaco” disse. Non era una domanda e l’uomo non rispose.

Imboccò i vicoli di Vivaldi Street. Lo splendore della città antica rimaneva un ricordo protetto dal plexiglass.

“Non è questa la strada” disse dopo un po’. I suoi ricordi erano lacunosi, per molte cose inerenti al suo passato, ma chissà come ricordava quelle zone, doveva averle pattugliate più e più volte. A conferma di ciò un lampo e il volto scuro del suo collega comparve a ricordargli il completo fallimento: Non aveva ricordato, non poteva vendicare la sua morte e soprattutto la figlia dell’ispettore a quest’ora giaceva sicuramente morta nel fondo di qualche putrido fiume.

L’ex poliziotto continuava a tacere, il fianco del veicolo colpì più volte le protezioni poste sulle mura antiche.

“Attenzione, infrazione, alla prossima anomalia contatto centrale. Vuole segnalare un guasto?” la voce meccanica avvisava che stavano per essere nei guai.

“Sì, lieve guasto alla propulsione, ci stiamo per fermare”

“Ha bisogno di assistenza tecnica?”

“No, il mio drone è un m55, in grado di riparare il danno” Poi tacque.

“Il suo drone eh?” disse Jonas, ma l’uomo sembrava assente. La puzza di alcol stava divenendo insopportabile e l’ispettore sembrava concentrato nell’intento di non andare ancora a sbattere. Poi di colpo frenò.

Jonas osservò l’asfalto pieno di crepe, non era stato sostituito dai mastici anti urto delle zone bene. Si vedevano gruppetti di bambini giocare con un rottame, cercando di farlo resuscitare per giocare. L’uomo scese e disse: “Seguimi”

Jonas non si mosse, fissando quel misero robot, che doveva essere la carcassa di un cane o un gatto, uno di queglireal pets, che facevano persino la pupù. Scosse il capo disgustato.

“Allora?” lo incitò l’altro dall’esterno.

“Non scendo se non mi dice dove andiamo!”

“A recuperare quei ricordi in un modo o nell’altro”

Jonas si bloccò, guardò i caseggiati dalle finestre con le inferriate, l’insegna penzolante di un negozietto informatico da quattro soldi, di quelli in cui porti a rottamare la tua caffettiera quando ne esce un modello più nuovo. Sbuffò e sentì il sottile fruscio delle protesi che ricevevano l’ordine di alzarsi. Lo seguì all’interno di un palazzo cadente, mentre i ragazzini si accalcavano vicino al veicolo lussuoso di Hors.

 Cosa accadrà ora a Jonas?
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