lunedì 30 gennaio 2017

Segnalazione : io ,lui e il bebè

E' con enorme piacere che vi presento il nuovo romanzo dell'autrice Tiziana Cazziero,
e ne approfitto per gridare a quelle persone meschine, che da qualche tempo a questa parte si divertono a bloccare gli autori il giorno dell'uscita di un nuovo romanzo, che non solo non vincono, ma anzi ottengono l'effetto contrario: più voi vi accanite con questi giochini, più noi faremo squadra pubblicizzando proprio i romanzi che volete offuscare!
tiè... ;-) detto questo passiamo a presentare questa bella novità:




titolo:Io, lui e il Bebè
 Autore: Tiziana Cazziero 
 Genere: Humor 
Formato: ebook kindle Cartaceo Prezzo ebook: € 0,99 Prezzo cartaceo: € 7,00 
Data pubblicazione: 27 gennaio 2017 


L'autrice Tiziana Cazziero è un’autrice presente nel web dal 2011, da quando ha aperto il suo blog sull’editoria. Collabora come articolista free lance con diverse redazioni online, scrive articoli di vario genere e vive a Siracusa, la città dove è nata e cresciuta. Convive con il suo compagno, è mamma di una bambina e ha due cani.



Sinossi Sequel dell'opera "E tu quando lo fai un figlio?" pubblicato con Rizzoli collana Youfeel 
Luisa e Leonardo sono diventati genitori. Questo sequel racconta la vita dei due protagonisti dopo l'arrivo della loro bambina. Cosa accade quando un neonato irrompe nelle vite di due aspiranti genitori? I protagonisti tra ansie, pannolini, poppate e giochi, decidono di organizzare un grande evento per presentare la loro figlia, tanto attesa, ad amici e parenti. Tra aneddoti,ricordi, incontri e scontri, si vivranno momenti esilaranti, divertenti ed emozionanti. Siete tutti invitati a partecipare. E tu quando lo fai un figlio? Pubblicato prima in self e poi con Rizzoli nel luglio 2016 è un romanzo tratto dalla storia vera dell'autrice, che ha raccontato in chiave ironica l'esperienza dell'infertilità. Questo sequel continua quel percorso dopo la nascita di sua figlia, racconta le vicende dei personaggi, inventati per rendere spassosa e frizzante il tema trattato. 


Contatti autrice voltarepagina77@gmail.com - 

Altri ebook dell'autrice E tu quando lo fai un figlio? Diario di una maternità negata Youfeel Rizzoli Voltare Pagina Quell'amore portato dall'Africa Youfeel Rizzoli Blogger e autore, la mia verità sul mondo social L'ultima Notte (Delos -senza sfumature ) Sensazioni dell'anima Ritrovarsi, la forza dell'amore Ritrovarsi, passione inaspettata Patto con il Vampiro Sonia, il ritorno della strega Maya, angelo del mio cuore Il Coraggio d'Amare Parliamone Social Amore Tormentato Christmas in love Collection - Romance.

giovedì 26 gennaio 2017

Intervista al blogger: A Frè So Yang



Oggi abbiamo intervistato Giulia, la titolare del blog A Frè So Yang, che ci parla con passione della sua autrice preferita e dei libri in cui rispecchia la sua vita. Trovate il suo blog qui

 

Benvenuta e grazie per aver accettato questa intervista. Chi sei nella vita di tutti i giorni?

Grazie a voi per l’iniziativa creata! Sono Giulia, ho 22 anni e mi sono da poco laureata come educatrice sociale e culturale. E queste sono le uniche cose certe della mia vita. Per il resto è un pendolo che oscilla tra il “boh” e il “mah”. E ogni tanto passa anche per il “ma lo sai che forse ho capit… ah no, scherzavo”.

 

Che posto hanno i libri nella tua vita?

Un posto fondamentale. Leggo sin da quando sono molto piccola e non ho mai smesso. Leggere vuol dire conoscere persone, visitare luoghi, instaurare nuovi rapporti, poi che tutto ciò avvenga con persone che esistono solo quando apri il libro poco importa. Anche se in verità non è nemmeno così. Un buon libro, riesce a entrarti così tanto sotto la pelle, da esistere al di là dei confini spazio temporali. Esiste finché esisterai tu. E quando tu non ci sarai più lui esisterà ancora. Come si fa a definire labile un qualcosa che dura in eterno? Come si fa a definire falso un qualcosa in cui puoi trovare supporto, svago, divertimento, comprensione, insegnamento?

 




Qual è il tuo libro o il tuo autore del cuore?

Ho due libri e un’autrice del cuore. I libri sono Orgoglio e Pregiudizio e Colazione da Tiffany. Il primo è stato il primo libro che ho letto di colei che poi sarebbe diventata la mia autrice del cuore: Jane Austen. Il secondo è il libro della mia vita, con all’interno la protagonista letteraria in cui più rivedo me stessa e che più mi ha aiutato.

Ma tornando a Jane Austen, perché è la mia autrice del cuore? Nei suoi libri riesce a denunciare una società (quella inglese a cavallo tra il '700 e l’800) che amo, ma che è chiaramente piena di spettri nascosti. E lo fa con storie apparentemente slegate dal fulcro della denuncia. Potrebbe sembrare l’ennesima autrice che parla sempre e solo di storie d’amore e di matrimonio fini a se stesse. Classici romanzetti rosa. Invece a un’attenta analisi ci si rende conto di come, grazie alla sua tecnica di scrittura fortemente ironica, metta in evidenza quanto in realtà tutto questo sia costruito dentro una prigione sociale. È vero che le donne Austeniane alla fine cedono al matrimonio, ma lo fanno secondo le proprie regole. Sono donne forti, che riescono a imporsi intelligentemente in una società che le vorrebbe accondiscendenti a ogni costo. La stessa Austen riesce a farlo. Leggendo i suoi romanzi ci rendiamo conto delle regole implicite ed esplicite della società del suo tempo, eppure lei è riuscita a non sposarsi mai. Quanto può essere debole una donna di questo tipo? Ve lo anticipo io: per niente.

 

Colazione da Tiffany invece mi ha regalato Holly Golightly. Holly mi rappresenta in tutto e per tutto. È una donna indipendente, talmente tanto da sentirsi perennemente sola. Non perché lo sia davvero, ma perché non riesce a sentirsi appartenente a nessun luogo e a nessuna persona. È alla costante ricerca di un luogo da chiamare casa. E trovare in un personaggio letterario le mie stesse sensazioni, emozioni, desideri, difficoltà, mi ha aiutato a capirli, affrontarli e accettarli. Non so cosa voglio fare della mia vita, non so dove voglio passare la mia vita, né tanto meno con chi, ma questo non mi rende sbagliata. Come si è accettata Holly, devo fare lo stesso io. Un giorno magari avrò le idee più chiare o magari non avverrà mai, ma non ha senso torturarmi ora per questo. È giusto che, nei limiti del possibile (che invece lei a volte supera), io faccia quello che mi senta di fare, dove sento di volerlo fare e con la persona che voglio io. Questa persona può anche essere semplicemente me stessa. Sembra un discorso banale, ma in una società che ti spinge a dover essere sempre decisa e sicura riguardo a queste cose non lo è per niente. Quindi non posso far altro che ringraziare Holly per avermelo fatto capire.

 

Perché hai deciso di aprire un blog letterario?

Perché mi piace aver sempre un opinione sulle cose e un modo per esprimerla, dunque aprire il blog mi è sembrata la scelta più sensata.

 

Qual è il genere che preferisci leggere e recensire?

Romanzi, in particolare quelli appartenenti ai classici della letteratura. Anche se in realtà sono molto curiosa, quindi leggo volentieri anche quelli più moderni.

 

Leggi e recensisci anche altri generi?

Se un libro mi colpisce, sia in positivo che in negativo, non ha importanza il genere a cui appartiene. Quindi la risposta è sì.

 

Ti definiresti "buona" o "cattiva" con gli autori?

Sono una persona molto sarcastica, in generale,  dunque lo sono anche nell’esprimere le mie opinioni, però cerco sempre di non ferire la persona in sé. E anche quando ho un'opinione negativa di un libro, cerco sempre di far divertire coloro che leggono il mio blog: di conseguenza la recensione diventa molto più bonaria di quello che potrebbe essere.

 

E gli autori, accettano le tue critiche?

Onestamente non lo so, ma se non le accettassero, sarei più che felice di discuterne insieme.

 

Cosa pensi del self publishing?

In linea di massima non sono d’accordo, poiché le case editrici hanno nel loro staff persone competenti quindi mi fido della loro opinione. È vero che spesso loro si devono piegare al mercato, quindi preferire determinati libri non perché di qualità migliore ma semplicemente perché più fruibili, ma credo che se il libro in questione merita davvero, una casa editrice che lo accetti la si trova.

 

Se un libro non ti piace, lo recensisci lo stesso?

Sì. E’ molto peggio quando un libro non mi suscita nessuna emozione, rispetto al provare emozioni negative.

 

Un parere per orientarci: cosa occorre a un libro oggi per attirare l'attenzione in un mercato così affollato?

Deve avere una storia che valga la pena di essere raccontata. Prima di scrivere un libro la persona si deve porre, secondo me, queste domanda: “Ho davvero qualcosa da dire?” E ancora: “Ha senso che le persone usino parte della loro giornata a leggere quello che ho da dire?” Se la risposta è sì, allora proseguite con la scrittura, se è no, allora fermatevi e aspettate: evidentemente non è il momento giusto.


Clara Cerri

 

 

lunedì 23 gennaio 2017

Recensione de "L'ultima Vendetta"

L'Ultima Vendetta di Stefania White




  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 2744 KB
  • Lunghezza stampa: 157
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
Vendita Euro 0,99

Sinossi

2014- Xavier è un ex poliziotto, ha perso sua moglie e sua figlia per colpa di un assassino ancora senza volto. Si sente in colpa perché, proprio per un sadico gioco, è stato lui a premere il grilletto contro la moglie. 

Dopo che si è allontanato dal resto del mondo riceve una visita dal suo ex collega e migliore amico Mikael: in città c’è stato un nuovo omicidio con le stesse caratteristiche che aveva portato via la famiglia di Xavier. Anche se con molti dubbi accetta di fare da consulente per il caso ma da quel momento non deve fare i conti solo con i nuovi omicidi, ma anche con un’ombra che arriva dal passato, che ha pianificato tutto nei minimi dettagli per riuscire a vendicarsi ma l’ex poliziotto scoprirà presto che tutto ciò in cui credeva era solo un illusione. 

Recensione


“L’ultima vendetta” è un romanzo molto impegnativo, tanti personaggi, forse un po’ troppi, che puoi identificare nell’assassino; un movente impossibile da immaginare, infatti mi ha lasciato un po’ interdetta.
 Stefania White ha messo su carta un giallo al di fuori degli standard, psicologico e sempre sul filo del rasoio. Tante volte mi sono ritrovata con il respiro a metà, aspettando di conoscere, riga dopo riga, quello che poteva accadere.
Il protagonista principale, Xavier vivrà un percorso emozionale basato su un lutto ritrovando se stesso in un crescendo di colpi di scena.
Il lettore che leggerà questa storia starà sempre con il fiato corto; correrà con i personaggi e sentirà la loro sofferenza. Xavier e Mikael vi porteranno dentro una storia complicata e generosa di colpi di scena, fino all’improbabile fine.
in conclusione è un romanzo che forse andava rivisto sotto alcuni aspetti, comunque consigliato agli amanti del thriller.













venerdì 20 gennaio 2017

Interviste ai blogger: La Lettrice Rampante


Intervista alla Lettrice Rampante

 

La nostra intervista di oggi è dedicata a una lettrice attenta e coraggiosa, che come Il Barone Rampante di Calvino ha scelto i libri come posto tutto suo per vivere, sia nel quotidiano che nella sua attività di blogger. Con lei abbiamo spaziato con lo sguardo sul panorama letterario attuale e abbiamo parlato di cosa la fa ben sperare per il futuro, di responsabilità del blogger, di libri che non si riescono a finire.

Trovate il suo blog a pois e le sue recensioni qui     

 



Benvenuta e grazie per aver accettato questa intervista. Chi sei nella vita di tutti i giorni?
Grazie a te per avermela proposta!
Nella vita di tutti i giorni sono Elisa e di mestiere faccio la traduttrice dall’inglese e dallo spagnolo e la editor. Nel tempo libero leggo un sacco, scrivo su un blog a pois e gioco con una gatta buffa. Ho passato i trenta da un paio d’anni e iniziato da poco una nuova fantastica vita con il mio compagno.

 

Come è cominciato il tuo rapporto con i libri?

È iniziato da bambina, anche se non nel migliore dei modi. I miei genitori leggevano o raccontavano sempre storie prima di dormire a me e ai miei fratelli, ma quando è stato il momento di iniziare a leggere da sola ho subito un piccolo trauma, causato dalla scelta sbagliata (per me) del primo libro da leggere. Si trattava di Pollyanna, su cui credo di essere rimasta bloccata per mesi e mesi, senza però riuscire a ricordarmi oggi se l’avessi poi finito. Dopo quello, per me una noia mortale, per fortuna è arrivato Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba e tutta una serie di libri della collana Il battello a vapore, che mi hanno finalmente fatto appassionare alla lettura. L’amore vero e proprio è scoppiato poi con Roald Dahl, in quarta o quinta elementare. Da allora non ho più smesso di leggere.


Perché hai deciso di aprire un blog letterario?

Ho deciso un po’ per caso, una mattina di poco più di sette anni fa. Avevo un blog personale, in cui però la maggior parte dei post erano dedicati ai libri che leggevo. Quindi mi è sembrato naturale aprire un blog nuovo interamente dedicato alle mie letture, per raccontare le mie impressioni e confrontarmi con altre persone, visto che dal vivo non conoscevo nessuno di altrettanto appassionato ai libri con cui poterlo fare.

 

C'è un genere letterario che proprio non sopporti, o leggi di tutto?

Non leggo fantasy, né quello tradizionale né tutti i suoi derivati (urban fantasy, paranormal fantasy e tutti quei nomi strani per identificare generi che quando ero giovane io nemmeno esistevano). È sicuramente un mio grosso limite, che però, a parte qualche rarissimo caso, non riesco proprio a superare.

 

Ti capita mai di cominciare un libro e non finirlo?

Certo, sì. Anche se cerco sempre di finire i libri che inizio, ci sono state diverse volte in cui proprio non ci sono riuscita. Siddartha di Hesse, per esempio, l’ho iniziato almeno tre volte senza mai arrivare alla fine. Il signore degli anelli, anche, è fermo a pagina venti da almeno cinque anni. Chissà, magari un giorno riuscirò ad andare avanti e finirli, anche se non credo ci si debba imporre necessariamente una lettura se non ci piace.

 

Cosa ti conquista di più in un libro, lo stile o la storia?

Dipende dall’autore, dal libro, da quello che io mi aspettavo di trovarci e da quello che vuole raccontare. Sono entrambi aspetti molto importanti di un romanzo: uno stile scialbo può rovinare una storia bellissima, così come uno stile incredibile può rendere bellissima anche una storia banale. Non sopporto però molto l’autoreferenzialità di certi stili e di certi autori: se il tuo scopo è solo far vedere che sai scrivere, secondo me non dovresti nemmeno pubblicare.


Preferisci una storia che "cresce" gradatamente d'intensità e di interesse, o una storia che dà il massimo già dall'inizio?

Anche in questo caso, dipende dal libro. Ci sono romanzi che partono con il botto e poi lo mantengono fino alla fine; romanzi che partono bene e poi si perdono; e romanzi che magari iniziano lentissimi ma poi pian piano diventano molto potenti. Oppure casi in cui in realtà non succede niente dall’inizio alla fine, ma si tratta comunque di gran bei romanzi (l’esempio più classico è Stoner di Williams).

 

Cosa ti dà speranza, nel panorama letterario ed editoriale attuale?

Le case editrici indipendenti, che fanno della qualità e non della quantità di libri pubblicati il loro marchio e che esplorano anche mondi nuovi, spesso mai considerati.
I tanti lettori appassionati ed esigenti, che non si accontentano dei best seller pubblicati dai grandi editori ma cercano sempre storie nuove e appassionanti, fregandosene delle classifiche e delle mode.


Quale ti sembra, invece, la principale piaga della letteratura e dell'editoria attuale?

Ce ne sono diverse, secondo me. I troppi libri inutili che vengono pubblicati ogni anno (lo so, sto per dire un’ovvietà, ma siamo un paese in cui si legge pochissimo eppure si pubblica tanto, tantissimo, troppo); la sempre più netta trasformazione del libro in un mero prodotto commerciale, a breve scadenza (i libri sono ovviamente prodotti commerciali, l’editore è un’impresa che deve vendere per poter sopravvivere, ma è triste che la vita media di un libro si sia ridotta a pochissimi mesi); il fatto che tanti pensino di poter scrivere, dimenticandosi però che prima bisognerebbe leggere; e poi, anche se forse come membro della categoria non sta tanto bene dirlo, certi blog e canali nati teoricamente dalla passione di chi li ha aperti ma che si sono poi trasformati in semplici vetrine pubblicitarie per gli editori, di cui ricercano continuamente l’attenzione fregandosene invece dei lettori.

 

Ti definiresti "buona" o "cattiva" con gli autori?

Mi definirei onesta. Se un libro non mi piace lo dico, senza farmi problemi e ovviamente nel rispetto del lavoro altrui. Come lettrice sono la fruitrice del “prodotto libro” (anche se è una definizione molto brutta, me ne rendo conto) e se questo non mi è piaciuto, avendoci speso tempo e soldi, ho il diritto di dirlo. E poi lo sento anche un po’ come dovere, nei confronti di chi legge il blog: non ha senso dire che è bellissimo un libro che per me non lo è stato, magari per non offendere un editore o uno scrittore. Poi ogni lettore ha il suo senso critico e decide con la sua testa se tenere conto del mio giudizio o semplicemente ignorarlo (ed è capitato spessissimo che mi venisse detto che libri da me consigliati non sono piaciuti e viceversa).

Certo, è capitato che qualche autore si offendesse e se la prendesse un po’ troppo per la mia opinione (però, nel momento in cui pubblichi un libro, dovresti saperlo che lo esponi ai giudizi degli altri, no?), ma anche chi invece mi chiedesse seconde possibilità con il nuovo romanzo.

Cosa occorre a un libro, oggi, per distinguersi in positivo in un mercato così affollato?

Difficile rispondere a questa domanda, perché credo che la risposta cambi da lettore a lettore. Per me non deve seguire le mode (anche perché di solito i romanzi che seguono lo stesso stile di uno che ha avuto un successo clamoroso, difficilmente riescono a bissare quel successo); deve essere ben scritto e raccontarmi qualcosa che non so e magari che non è mai stato raccontato prima, o almeno non così; deve sapermi emozionare, fin dal titolo e dalla copertina (abbasso i libri con i titoli e le copertine tutte uguali!), e affidarsi più al passaparola tra lettori che non al marketing editoriale. Ma io, ammetto, sono una lettrice un po’ snob.


martedì 17 gennaio 2017

nuova uscita per la nostra Rita Pinna

Progetto Tiamat


Ed eccomi qui , con immenso piacere ad annunciarvi una nuova uscita della nostra Rita: Progetto Tiamat sembra promettere avventura e tante , tante emozioni. Il solo estratto mi ha catturato e sono corsa ad acquistarlo... e voi cosa aspettate? 
Buona lettura a tutti e un enorme in bocca al lupo a Rita per questa nuova avventura! 

Sinossi

L’unico modo di sopravvivere è arrivare.
Un viaggio nel mistero e nell’avventura, attraverso gli arcani della Sardegna. 
La ricerca della pace interiore sconvolta da un tragico incidente. Una banda di criminali intenzionati a uccidere Diana si scontrerà con avversari di un mondo invisibile e niente è ciò che sembra.
Un Susseguirsi di colpi di scena, omicidi e situazioni senza via di fuga nella bellissima terra di Sardegna tra nuraghi e Tombe di Giganti.
Un percorso che porterà i protagonisti a scoprire se stessi durante la ricerca di un misterioso oggetto rivendicato da oscure potenze. La consapevolezza della fine imminente cambierà per sempre le loro vite.

Estratto.

Diana aspettava davanti alle transenne. Teneva le braccia strette al petto, inquieta e infreddolita. Il fumo riempiva l'aria. Si scervellava cercando una risposta all’accaduto, un poliziotto aveva in mano i suoi documenti cercando le somiglianze con la ragazza di fronte a lui. Sapeva che l'uomo aveva delle difficoltà a farle combaciare. Il tesserino di riconoscimento del museo ritraeva una studentessa dalla carnagione chiara, con i capelli neri raccolti e fermati con una matita e gli occhi verdi nascosti da un paio di occhiali con la montatura di tartaruga. Tutto l'opposto della ragazza che il giovane ufficiale aveva di fronte: fradicia, dall'aspetto disordinato, con i capelli lunghi arruffati e incollati al viso. Gli occhi esprimevano panico e confusione. Diana non si era ancora ripresa dall’incidente di alcuni anni prima che gli aveva portato via suo marito Paolo. I segni lasciati dall’angoscia e dalla tristezza erano ancora visibili nel suo viso. Aveva trascorso gli ultimi tre anni a catalogare ed esporre i reperti trovati nella loro ultima avventura. La bambina nata dal loro amore le aveva riempito le giornate con gioia. Il lavoro aveva completato il cerchio. Aveva solo trentacinque anni ma le sembravano cento. Se non fosse stata per sua figlia, sarebbe caduta nel baratro e non ne sarebbe più uscita. Guardò dritta davanti a se, i ricordi si appannarono davanti a quella bolgia. La piazza era invasa dai giornalisti e le luci delle telecamere. I furgoni delle televisioni erano parcheggiati alla rinfusa, quasi non si poteva passare. Fra le squadre di emergenza, notò anche due veicoli militari, con soldati armati di fucile. La possibilità di un attentato terroristico non si poteva scartare. Diana aveva sentito dire che poteva essere un possibile attacco terroristico da un reporter che aveva dovuto schivare per raggiungere le transenne. Aveva continuato a farsi strada fra la folla, respirando profondamente, concentrandosi sul proprio scopo. Rimpiangeva di non aver preso l'ombrello. Era uscita subito dopo la telefonata, giusto il tempo di indossare un paio di jeans e una felpa. Si era infilata una giacca ma, nella fretta, aveva lasciato l'ombrello vicino alla porta. Solo quando aveva raggiunto il pianterreno del palazzo ed era uscita in tutta fretta sotto la pioggia si era resa conto di averlo dimenticato. L'angoscia le aveva impedito di risalire al quarto piano per recuperarlo. Doveva sapere che cos'era accaduto al museo. Aveva trascorso gli ultimi tre anni ad allestire la collezione dei “Giganti” e gli ultimi due a gestire i progetti di ricerca del museo. Che cos'era andato distrutto? Che cosa si poteva salvare? La pioggia aveva ripreso ad abbattersi in un persistente acquazzone, ma almeno il cielo notturno era meno burrascoso. Quando aveva raggiunto l'improvvisato posto di controllo che sbarrava l'accesso, era inzuppata fino all'osso. Rabbrividì quando il poliziotto si mostrò soddisfatto del suo documento d'identità. “È autorizzata a entrare.” Un altro poliziotto la scortò fino all'ingresso. Diana alzò lo sguardo verso la facciata del museo.  Con le sue mura di pietra era inespugnabile quanto un castello medievale. Ma in alcuni casi anche i castelli si arrendevano.
Fu accompagnata all'interno. Passarono attraverso alcune porte contrassegnate come riservate. Sapeva dove la stavano portando. Nella sala dei video. Alla porta montava di guardia un carabiniere armato con il corpetto antiproiettile. Mentre si avvicinavano annuì, li stava chiaramente aspettando e spalancò la porta. La sua scorta la consegnò a un uomo vestito in borghese, un anonimo completo blu. Era molto più alto di Diana, i capelli completamente neri e lo sguardo malinconico. La pelle del viso era arrossata e aveva un'ombra di barba grigia sulle guance: non si era rasato. Con tutta probabilità era stato buttato giù dal letto.
 Le tese la mano. “Ispettore Delrio.” Disse con tono risoluto come la stretta di mano. “Grazie per essere venuta con tanta sollecitudine.” Lei annuì, troppo nervosa per rispondere. “Se vuole seguirmi, dottoressa, abbiamo bisogno del suo aiuto per indagare sulla causa dell'esplosione.”
“Il mio aiuto?” riuscì a mormorare. Attraversò una sala affollata dal personale che lavorava al museo. A quanto pareva, era stato convocato lo staff al completo. Riconobbe parecchi uomini e donne con cui, negli anni, aveva collaborato, ma in quel momento loro la guardavano con diffidenza, quasi fosse la responsabile dell’esplosione. Il brusio delle loro chiacchiere tacque al suo passaggio. Dovevano aver saputo della sua convocazione ma, come lei, sembravano non conoscerne il motivo.

Due ore prima
Una luce bluastra vagava attraverso le gallerie del museo di Cagliari. Il temporale era ormai, all’apice della sua potenza. La guardia notturna osservava con noncuranza i video della sorveglianza.
Era mollemente adagiato sulla poltrona quando, un movimento appena avvertito lo fece trasalire. Si sedette in allerta, leggermente chino verso il video, e la vide: una sfera che galleggiava a mezz’aria. L’oggetto era nella sala del “Principe di Shardan.”
Conteneva oggetti interessanti non solo per gli archeologi: pietre rare e gioielli, resti fossili, utensili del periodo neolitico.
Vicino al centro della sala, la sfera di luce bluastra del diametro di mezzo metro fluttuava pigra per la stanza. Emetteva un leggero balenio, e la sua superficie rifletteva la luce dei lampi.
Mentre l’agente osservava, la sfera si avvicinò ad una teca, dentro c’erano esposte due Dee Madri in terracotta che andarono in mille pezzi alla luce del misterioso oggetto. Lui rimase sbalordito. Ruotò sopra un Gigante in pietra e quello si sbriciolò con un fragore sordo, Esasperata e incuriosita la guardia decise di andare a vedere di persona, ma non prima di aver chiamato il centro operativo.
I lampi illuminavano le gigantesche statue dei “Giganti di Mont’e Prama”, restituendole subito dopo al regno delle ombre.
Camminando nel corridoio, mise al corrente il suo superiore, che in un primo momento credete ad uno scherzo. La radio rimase muta per alcuni istanti, mentre l’agente fece un passo dentro la galleria, la voce del superiore ordinò all’agente di lasciare la sala più in fretta che poteva. Il capo stava guardando le telecamere e vedeva la guardia immobile per la sorpresa e continuò ad urlare: “ Via da lì, Via da lì.”
Lui rimase paralizzato,un po’ per la paura un po’ per lo stupore. Inoltre l’oggetto luminoso stava fluttuando lontano da lui. Un odore di ozono gli raggiunse le narici, sprigionandosi dalla sfera.
Il bagliore illuminò un oggetto metallico in un cubo di vetro. Era un manufatto di ferro rosso dall’ossido sviluppatosi nei millenni, rappresentava il Dio Toro.
Un raggio di  luce si intensificò sul manufatto, delle iscrizioni apparvero sulla superficie, erano in una lingua sconosciuta.
La guardia indietreggiò e alzò la radio cercando di comunicare con il superiore, ma sentiva solo scariche di energia statica.
 “Cristo!”
All’improvviso una saetta scese sul parafulmine della vicina torre dell’Elefante illuminando a giorno le teche del museo. Il rumore del tuono squassò i vetri delle abitazioni circostanti, facendo scattare gli allarmi in tutta la zona. Subito dopo un’esplosione spazzò via le teche, le statue e la nuova esposizione intitolata al “Principe di Shardan.” Tutti i reperti di navicelle e raffigurazioni in mosaici di maiolica degli Antichi Visitatori, ritrovati da Diana e suo marito Paolo nell’ultima avventura e tutte le sale del museo diventarono in una frazione di secondo degli ammassi di metallo fuso e legno polverizzato. L’esplosione fu sentita in tutta la città.


Biografia
Chi è Rita Pinna
Rita Pinna, di nascita cagliaritana ma cittadina del mondo, convinta che non è mai troppo tardi per realizzare i sogni nel cassetto comincia a scrivere prima racconti brevi e successivamente si addentra nel mondo del fantasy.
Chef e guida ante ha passato la sua vita a cucinare, fare la mamma e accompagnare gli amanti delle passeggiate a cavallo nei luoghi splendidi della Sardegna.
Le sue esperienze di lavoro l’hanno portata a conoscere personaggi interessanti e soprattutto l’hanno portata ad amare le leggende sarde. Tutto questo ha contribuito a alimentare la sua curiosità permettendole di mettere su carta il suo estro.
Collabora con il blog “Sogni nel Calamaio” di Francesca Rossini e ha un suo blog personale http://ritapinnarst.altervista.org dove pubblica le sue ricette, le fotografie e i racconti brevi.



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Dettagli prodotto E-Book

Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 1720 KB
Lunghezza stampa: 125
Utilizzo simultaneo di dispositivi: illimitato
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B01N33UH0G


Dettagli prodotto cartaceo

Copertina flessibile: 214 pagine
Editore: Independently published (14 gennaio 2017)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 1520373805
ISBN-13: 978-1520373805
Peso di spedizione: 386 g



martedì 10 gennaio 2017

segnalazione, Le ossessioni del pinguino

ed ecco una nuova segnalazione librosa per voi, la sinossi mi ha incuriosito molto: dieci 'guinsagli' diversi che tengono i protagonisti prigionieri: lavoro, amore, alcool, sesso, denaro, verità, paura dell’oblio, ricordi, solitudine e addirittura felicità. Pronti alla lettura? Fateci sapere che ne pensate.

Titolo: Le ossessioni del pinguino
Autore: Massimiliano Ardino
Casa editrice: Streetlib

Genere: Narrativa
Numero di pagine: 270



Sinossi
E’ la storia di un personaggio prigioniero delle sue ossessioni e dei suoi guinzagli.

10 capitoli per 10 guinzagli: lavoro, amore, alcool, sesso, denaro, verità, paura dell’oblio, ricordi, solitudine, felicità.

È la storia di alcuni anni della sua vita - con confidente il barman di un locale di strip tease, dove lui se ne sta seduto al bancone con le spalle rivolte al palco - dell'amore per una ragazza divenuta voce di una compagnia telefonica.

E' anche la convivenza con un cane trovato per strada, l'unico che porta con fierezza il proprio collare.

È la storia della sua vita a Milano, la Milano dei quartieri popolari; del paese delle sue origini sulla sponda calabra dello stretto di Messina.

È un viaggio, alla ricerca dell'ossessione perfetta, quella che, forse, non ha senso curare.
Bio
Essere pensante e curioso nato a metà degli anni '70 a Milano, esperto di risorse umane e scrittore de Le ossessioni del pinguino.







Link

http://amzn.eu/6fn3dfP
http://amzn.eu/cDyucMV 
https://www.kobo.com/it/it/ebook/le-ossessioni-del-pinguino

http://massimilianoardino.blogspot.it/

sabato 7 gennaio 2017

segnalazione : Odio, Andrea Ferrari

Eccomi di ritorno da voi,
apriamo con una nuova segnalazione


Titolo: Odio.
Autore: Ferrari Andrea.
Editore: 96 rue de la Fontaine edizioni.
(link):
http://www.ruedelafontaineedizioni.com/  
ISBN: 9788899783075
Data di pubblicazione: 06/2016
Genere: Narrativa moderna.
Pagine: 90
Prezzo: 11 euro (cartaceo)

Sinossi:
Andrea sembra incominciare senza particolari intoppi la sua vita. Tra avventure sentimentali, preti poco professionali e qualche incontro fuori dalle righe, troverà già in giovane età la donna della sua vita. In seguito, però, tutto andrà per il peggio e tra fughe dall'Italia, lavori mal pagati e internamenti in strutture psichiatriche, dovrà affrontare la desolazione che attanaglia chiunque approcci questo mondo.
Il lavoro seppur inventato è fortemente introspettivo e attinge a piene mani dall'esperienza di vita dell'autore. Il linguaggio a volte crudo è una precisa scelta dell'autore.

Bio dell'autore:
Nato a Reggio Emilia, nel 1986, si diploma geometra e sceglie di continuare gli studi, iscrivendosi a Psicologia. Abbandonata l'università, viaggia in tutto il Nord Italia per inseguire la sua passione per i concerti. In quel periodo, terrà un diario che pubblicherà sul suo blog personale, seguito da diversi lettori fissi. Nel 2007 si ammala e smette di scrivere. Più avanti comincia a studiare chitarra elettrica e in seguito batteria, nel 2013 riprende con la scrittura e scrive un romanzo. Quell'opera viene ideata durante un ricovero psichiatrico e, una volta spedita, riceve due proposte di pubblicazione. Andrea non si sente pronto e le rifiuta entrambe.

Successivamente scrive altri romanzi e vari racconti. Nel 2016 scrive "Odio" che, riceve una proposta di pubblicazione dall'editore 96, rue de-la-Fontaine Edizioni, diventando così uno scrittore esordiente.
I suoi scrittori preferiti sono Irvine Welsh e Charles Bukowski. Le sue seconde grandi passioni sono la musica e il cinema.

Estratto:
“Era giorno, forse le due del pomeriggio, ma io non potevo rendermene conto. Ero chiuso in casa, disteso sul letto, poi seduto. Le gambe incrociate, in preda alla paura più folle, con il pene quasi perennemente in tiro per le continue immagini che passavano nella mia testa. Ritratti di donne nude e forse morte, in situazioni agghiaccianti; forse era proprio quello a eccitarmi. La masturbazione era uno degli unici due mezzi che utilizzavo per sfogare il terrore che mi attanagliava e lo stress mentale dovuto dalla situazione: continuavo a eiaculare. Mi addormentavo per quaranta minuti e al mio risveglio ci davo dentro, ma non provavo quasi alcun piacere dopo la quarta o quinta volta; era solamente un’ossessione.
L’atro mezzo con cui lasciavo che intere giornate scorressero era il sonno: penso d’essere quasi andato in overdose da sonniferi. Ne prendevo almeno quattro al giorno e l’effetto era garantito.
Guardavo fuori dalla finestra e vedevo auto di vario colore e dimensioni, da un grosso furgonato bianco a semplici utilitarie, passare sotto casa mia. Ero convinto che fossero dei mezzi sotto copertura, pieni di agenti di polizia pronti a uccidermi.”

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