Clay notò una nota di stizza in quell’ultima frase,
fortunatamente in quel momento arrivò un cameriere: un ragazzotto il cui
grembiule e taccuino costituivano la sua unica divisa«Cosa
prendete da bere?» domandò affabile.
«Una
birra rossa doppio malto» chiese Leila.
«Gradiremmo
un cabernet sauvignon, un Stag's Leap
Cask 23, possibilmente del 1974. Oh, la cantina è la Stag's Leap Wine
Cellars, non la Stag's Leap Winery. Nome simile, qualità del tutto diversa e mi
raccomando la temperatura di servizio…»
Il
cameriere lo fissò ad occhi sgranati, Leila se la rideva divertita.
«Sta
scherzando?» chiese il ragazzo, Clay rimase spiazzato, il cameriere vedendo che
era serio continuò: «Abbiamo solo il vino della casa, rosso o bianco.»
Clay
sembrava tremendamente a disagio, Leila lo trovò adorabile così vulnerabile,
lui poco dopo si riprese e disse:
«Prendo
quella che ha preso lei.»
«Ottima
decisione, non te ne pentirai» Leila gli sorrise, lui rispose con un sorriso incerto.
«Non
è il genere di posto che frequenti immagino» chiese Leila.
«No,
non lo è, non per divertimento almeno, e mai con una donna.» Lei non disse
nulla, lo fissò divertita sgranocchiando un grissino di pane.
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