Avete in mano un fascio di fogli scarabocchiati o un mucchio di pagine sul pc, disordinati ma faticati frutti del vostro lavoro. Vi sentite stanchi ma euforici, soddisfatti ed appagati: la storia c’è, ha un senso logico, un inizio, una bella trama e conclusione, i personaggi sono delineati, avete uno schema logico da seguire e forsanche qualche capitolo che vi sembra già perfetto. Ed ora?
Beh, ora inizia la salita: la parte impulsiva, creativa e piacevole dello scrivere è bella e finita, ora si fatica.
Se avete di fronte fogli cartacei la prima domanda da porsi è: ‘so usare programmi di videoscrittura?’
Se la risposta è NO, consultate qualche guida on line, o se avete tempo e voglia fatevi un bel corso, va bene anche uno basilare.
Ok, superato questo scoglio, per chi non ha già impostato il lavoro nel pc, andatevi a rivedere l’articolo due della mia rubrica, inerente alla modalità d’impaginazione.
Beh, ora inizia la salita: la parte impulsiva, creativa e piacevole dello scrivere è bella e finita, ora si fatica.
Se avete di fronte fogli cartacei la prima domanda da porsi è: ‘so usare programmi di videoscrittura?’
Se la risposta è NO, consultate qualche guida on line, o se avete tempo e voglia fatevi un bel corso, va bene anche uno basilare.
Ok, superato questo scoglio, per chi non ha già impostato il lavoro nel pc, andatevi a rivedere l’articolo due della mia rubrica, inerente alla modalità d’impaginazione.
Bene, possiamo andare a vedere la stesura vera e propria.
Un primo approccio è quello di scrivere in modo lineare, raggruppando e riordinando il materiale già prodotto, ampliandolo a seconda delle esigenze. Sistemandolo in base ad una scaletta ben definita. Ricordatevi che i capitoli devono essere abbastanza omogenei, ovvero non fate un capitolo di due pagine e uno di venti. Ma io in questa fase di stesura non mi preoccuperei troppo di questo, i capitoli poi si possono dividere ed ampliare, inoltre, ora che arriverete alla fine vera e propria avrete tagliato, limato e aggiunto talmente tante volte, che dovrete rimetterci le mani comunque.
Una volta impostati i capitoli nel modello che avrete creato, vi dedicherete agli approfondimenti. Però non vi consiglio un procedimento troppo rigido: spaziate come volete, non fossilizzatevi. Se mentre state arrancando, cercando di sistemare i dialoghi che non sembrano funzionare in un capitolo, vi viene in mente qualcosa inerente all’azione centrale o al finale, bene, correte, che aspettate? È un modo per dare una ventata di aria pura, di staccarvi da un punto morto. Potrete tornare indietro come e quando volete, tornarci su quando sarete pronti, non forzate la mano, altrimenti il risultato non sarà mai buono.
Un primo approccio è quello di scrivere in modo lineare, raggruppando e riordinando il materiale già prodotto, ampliandolo a seconda delle esigenze. Sistemandolo in base ad una scaletta ben definita. Ricordatevi che i capitoli devono essere abbastanza omogenei, ovvero non fate un capitolo di due pagine e uno di venti. Ma io in questa fase di stesura non mi preoccuperei troppo di questo, i capitoli poi si possono dividere ed ampliare, inoltre, ora che arriverete alla fine vera e propria avrete tagliato, limato e aggiunto talmente tante volte, che dovrete rimetterci le mani comunque.
Una volta impostati i capitoli nel modello che avrete creato, vi dedicherete agli approfondimenti. Però non vi consiglio un procedimento troppo rigido: spaziate come volete, non fossilizzatevi. Se mentre state arrancando, cercando di sistemare i dialoghi che non sembrano funzionare in un capitolo, vi viene in mente qualcosa inerente all’azione centrale o al finale, bene, correte, che aspettate? È un modo per dare una ventata di aria pura, di staccarvi da un punto morto. Potrete tornare indietro come e quando volete, tornarci su quando sarete pronti, non forzate la mano, altrimenti il risultato non sarà mai buono.
RICERCA
Ottenuto lo scheletro, come lo si può ampliare?
Come reperire le informazioni? Come essere precisi nel creare lo scenario storico o geografico dove si muovono i personaggi?
Dovete documentarvi.
La ricerca serve sempre e comunque, anche se parlate di cose che conoscete, di luoghi a voi familiari. Non sarà mai abbastanza, ci sarà sempre qualcosa da approfondire, sviscerare, descrivere da un diverso punto di vista, non si può conoscere tutto.
Oggi abbiamo a disposizione uno strumento utilissimo che è internet. Ovvio che non è tutto oro colato quel che si trova in rete, bisogna saper cercare bene e controllare l’attendibilità delle fonti, ma possiamo accedere con un click a milioni di informazioni già selezionate per argomento, non pensate sia poco! Possiamo inoltre visualizzare luoghi lontani con una visuale ottima, osservando persino da vicino i negozi, le vie, le abitazioni, quasi in tempo reale.
Ottenuto lo scheletro, come lo si può ampliare?
Come reperire le informazioni? Come essere precisi nel creare lo scenario storico o geografico dove si muovono i personaggi?
Dovete documentarvi.
La ricerca serve sempre e comunque, anche se parlate di cose che conoscete, di luoghi a voi familiari. Non sarà mai abbastanza, ci sarà sempre qualcosa da approfondire, sviscerare, descrivere da un diverso punto di vista, non si può conoscere tutto.
Oggi abbiamo a disposizione uno strumento utilissimo che è internet. Ovvio che non è tutto oro colato quel che si trova in rete, bisogna saper cercare bene e controllare l’attendibilità delle fonti, ma possiamo accedere con un click a milioni di informazioni già selezionate per argomento, non pensate sia poco! Possiamo inoltre visualizzare luoghi lontani con una visuale ottima, osservando persino da vicino i negozi, le vie, le abitazioni, quasi in tempo reale.
Certo, il lavoro da fare c’è, ed è molto.
Io ne so qualcosa: mi sono messa ad ambientare il mio romanzo, per la parte iniziale, in America tra Washington e i monti Appalachi, beh, ho passato ore, giorni, settimane prima di tutto su Google Earth e similari per visionare ‘in diretta’ i luoghi in cui si muovevano i protagonisti. Ho sfogliato guide turistiche per avere un’idea dei quartieri e delle tipologie di case, negozi e persone che potevano viverci, visitato blog di viaggi per sentire opinioni ‘personalizzate’ ed infine ho contattato persone che ci vivono per rispondere ad ogni mia curiosità e domanda. Insomma un lavoro enorme e faticosissimo, che so comunque non sarà perfetto come se mi fossi trovata lì realmente, non può essere la stessa cosa.
Per la parte ambientata in Europa invece mi sono recata direttamente nei luoghi con il vecchio e caro taccuino e tutto è risultato più semplice e spontaneo, nonché veloce.
Consiglio spassionato? Ambientate le storie in luoghi che conoscete bene, se non volete impazzire. Oppure se avete la possibilità e il tempo, recatevi lì di persona, sarà emozionante e divertente e poi sarà occasione per farvi una vacanza!
Se poi state scrivendo un romanzo storico, con fatti che si svolgono nel passato, ovvio che la ricerca oltre ai luoghi dovrà riguardare anche i fatti accaduti, facendo attenzione a non scrivere una cosa per un’altra. Evitiamo figuracce con anacronismi e inesattezze. Studiate la storia, chi poteva cronologicamente incontrarsi con chi: attenti a date di nascita e morte.
Molto utile (ove cronologicamente possibile) è l’intervista diretta a chi ha vissuto personalmente il periodo storico o i fatti narrati, potrà raccontarvi aneddoti e sensazioni che nei libri non si trovano. Anche l’esperto di un determinato settore potrà spiegarvi in maniera spicciola e chiara ciò che magari vi state scervellando a capire da manuali su manuali, rischiando un esaurimento.
Potranno servirvi anche le letture di romanzi dello stesso genere, che vi mostreranno infiniti modi di narrare trame spesso simili. Un giallo per esempio: quanti libri abbiam letto che parlano di un commissario, poliziotto, investigatore, che indaga su un omicidio? Bene, andiamo a vedere come lo fa, come parla, come ci descrive la scena del crimine. Non dovete copiare, ma ogni libro letto vi regalerà qualcosa, che arricchirà il vostro modo di narrare, contribuendo a crearne uno peculiare, tutto vostro.
QUANTE STESURE FARE?
Se avete imparato a conoscermi saprete già la risposta che vi darò: non c’è un numero definito, potreste essere fortunati e arrivare a quella definitiva solo dopo pochi tentativi. Oppure potrebbe essere necessario scrivere e riscrivere decine di volte. Fate una media e arriverete molto vicini a quel che probabilmente sarà la realtà. Ricordatevi che la fretta è cattiva consigliera, non propinate un lavoro incompleto omesso su alla bene e meglio, la concorrenza è tremenda ragazzi, dovete fare il meglio che potete… ed anche di più.
Una volta che sarete soddisfatti, beh non avrete ancora finito: la prossima settimana infatti vi parlerò della revisione.
Io ne so qualcosa: mi sono messa ad ambientare il mio romanzo, per la parte iniziale, in America tra Washington e i monti Appalachi, beh, ho passato ore, giorni, settimane prima di tutto su Google Earth e similari per visionare ‘in diretta’ i luoghi in cui si muovevano i protagonisti. Ho sfogliato guide turistiche per avere un’idea dei quartieri e delle tipologie di case, negozi e persone che potevano viverci, visitato blog di viaggi per sentire opinioni ‘personalizzate’ ed infine ho contattato persone che ci vivono per rispondere ad ogni mia curiosità e domanda. Insomma un lavoro enorme e faticosissimo, che so comunque non sarà perfetto come se mi fossi trovata lì realmente, non può essere la stessa cosa.
Per la parte ambientata in Europa invece mi sono recata direttamente nei luoghi con il vecchio e caro taccuino e tutto è risultato più semplice e spontaneo, nonché veloce.
Consiglio spassionato? Ambientate le storie in luoghi che conoscete bene, se non volete impazzire. Oppure se avete la possibilità e il tempo, recatevi lì di persona, sarà emozionante e divertente e poi sarà occasione per farvi una vacanza!
Se poi state scrivendo un romanzo storico, con fatti che si svolgono nel passato, ovvio che la ricerca oltre ai luoghi dovrà riguardare anche i fatti accaduti, facendo attenzione a non scrivere una cosa per un’altra. Evitiamo figuracce con anacronismi e inesattezze. Studiate la storia, chi poteva cronologicamente incontrarsi con chi: attenti a date di nascita e morte.
Molto utile (ove cronologicamente possibile) è l’intervista diretta a chi ha vissuto personalmente il periodo storico o i fatti narrati, potrà raccontarvi aneddoti e sensazioni che nei libri non si trovano. Anche l’esperto di un determinato settore potrà spiegarvi in maniera spicciola e chiara ciò che magari vi state scervellando a capire da manuali su manuali, rischiando un esaurimento.
Potranno servirvi anche le letture di romanzi dello stesso genere, che vi mostreranno infiniti modi di narrare trame spesso simili. Un giallo per esempio: quanti libri abbiam letto che parlano di un commissario, poliziotto, investigatore, che indaga su un omicidio? Bene, andiamo a vedere come lo fa, come parla, come ci descrive la scena del crimine. Non dovete copiare, ma ogni libro letto vi regalerà qualcosa, che arricchirà il vostro modo di narrare, contribuendo a crearne uno peculiare, tutto vostro.
QUANTE STESURE FARE?
Se avete imparato a conoscermi saprete già la risposta che vi darò: non c’è un numero definito, potreste essere fortunati e arrivare a quella definitiva solo dopo pochi tentativi. Oppure potrebbe essere necessario scrivere e riscrivere decine di volte. Fate una media e arriverete molto vicini a quel che probabilmente sarà la realtà. Ricordatevi che la fretta è cattiva consigliera, non propinate un lavoro incompleto omesso su alla bene e meglio, la concorrenza è tremenda ragazzi, dovete fare il meglio che potete… ed anche di più.
Una volta che sarete soddisfatti, beh non avrete ancora finito: la prossima settimana infatti vi parlerò della revisione.
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