Il momento della revisione
REVISIONE
Ora avete tra le mani una prima stesura del vostro romanzo, avete finito? No! La prima stesura è una sorta di banco di prova, dove tutto può succedere. Vi capiterà di cestinare parti su parti riscrivendone altrettante, ciò che vi sembrava perfetto, ora appare come un’accozzaglia di parole slegate? Niente paura, è più che normale, la scrittura è spesso impulso, estasi del momento, frenesia creativa, la revisione è guardare ciò che si è prodotto con occhio critico
Se per la prima bozza, la storia grezza, basta l’estro, la fantasia e una buona capacità narrativa, per le fasi successive entra in gioco lo studio, le capacità acquisite con l’esperienza e tanta pazienza.
Sì avete letto bene: pazienza, ce ne vuole tantissima per andare avanti nel lunghissimo percorso che porta dalla bozza al tanto ambito romanzo. Pazienza nel mantenere viva la concentrazione nel rileggere milioni di volte le stesse parti, pazienza nel cestinare e riscrivere da capo parti che non convincono. Pazienza nel controllare e ricontrollare gli spazi, le virgole, i punti, le parole ripetute.
Serve anche una grande scorta di autocritica: se siete convinti che il vostro scritto sia un capolavoro, che non ci sia bisogno di correzioni, probabilmente è meglio che lasciate stare o che vi prepariate a ricevere delle cocenti delusioni.
Se la vostra prima bozza è scritta a mano, prendete confidenza con i programmi di videoscrittura, se non avete dimestichezza con il computer, fate un corso di word oppure fatevi spiegare le regole basilari da un amico o consultate delle guide on line.
Se non lo avete ancora fatto impostate la pagina come indicato nel secondo capitolo della mia guida.
Ricordatevi di non inserire nulla a mano: note a piè pagina, numerazione pagine, interlinee, tutto deve essere impostato in precedenza e seguendo l’apposita procedura.
Bene, il file è impaginato, i fogli volanti sono stati trascritti al pc, ed ora che fare?
Semplice, dovete leggerlo. Ancora? Sì, ancora, l’unico modo per sistemare il lavoro è mettervi dalla parte di chi legge e porvi delle domande. Le principali sono: mi sto annoiando? Salto capitoli o parti intere? Se lo fate voi, figuriamoci il lettore!
Poi concentratevi su un punto che non vi convince, mi raccomando, una lettura per ogni punto o al massimo due, non si riesce a fare tutto insieme. Ad esempio si controllano in primo luogo i personaggi: sono credibili? Interagiscono in modo realistico tra di loro? Ci sono incongruenze nel comportamento o nel modo di comportarsi rispetto alla personalità che avete delineato?
Oppure i tempi. Avete seguito lo scorrere della trama o ci sono anacronismi? A me per esempio è successo, a furia di tagliare e spostare delle parti di personaggi secondari, su cu dovevo fare un lavoro di approfondimento, che un personaggio meno rilevante in un capitolo tot aveva ottenuto il lavoro e più giù andava a fare il colloquio. Assurdo? Sono eccessivamente sbadata? Beh, a volte lo sono, ma vi assicuro che capita quando magari in una precedente revisione si stava untando l’attenzione su un altro aspetto. Ecco perché alla fine serve una lettura d’insieme, in cui si valuta la globalità.
Altro aspetto che andrete a revisionare tante e tante volte sono i dialoghi, ci sono tanti aspetti da tenere presenti, il primo in assoluto: sono realistici? Oppure leggendo sembra di assistere ad uno spettacolo teatrale, in cui si usano paroloni ampollosi e frasi fatte improbabili?
Inoltre ogni protagonista, ogni personaggio ha la propria personalità e linguaggio: ciò che dice, ma anche come lo dice deve essere coerente e caratterizzato.
I luoghi e l’ambientazione storica sono ben descritti? Si è immersi nel periodo e nelle località delineate?
Altro grosso problema: bisogna bilanciare le informazioni, anche a seconda del genere: ovvio che se state scrivendo un romanzo storico dovrete dire di più, per tutti gli altri generi attenzione: non cedete alla tentazione di esagerare, per far vedere che sapete, che avete studiato bene, che vi siete documentati, perché il lettore non ama chi si vanta, chi si erge sul piedistallo e probabilmente si annoierà a morte.
Vi porto ancora l’esempio della mia esperienza, perché su questa si basano le pagine della mia rubrica: Il mio romanzo è ambientato nella guerra fredda e in molte località tra l’America e l’Europa. Ma, dopo aver studiato come una pazza, dopo aver spulciato ogni notizia sul periodo storico ho deciso di farlo rimanere sullo sfondo, perché mi sono posta la domanda: è essenziale alla trama? No non lo era, così ho eliminato valanghe di citazioni storiche. Lo stesso per i luoghi, le descrizioni ci sono, ma ho cercato di puntare su ciò che vedevano e provavano i protagonisti perché per la mia storia, quello era importante.
Riassumendo: non esagerare, prima di tutto viene la trama, il resto è un contorno, che deve arricchire e non appesantire ciò che raccontiamo.
Quante volte dovete rileggerlo? Siamo alle solite, la mia risposta è sempre: dipende! Comunque non vi illudete, non potete certo cavarvela con un paio di letture. Quando avrete la nausea, quando non ne potrete proprio più, beh solo allora potrete smettere e decidere o che è il caso di passare l’opera ad altri occhi o che è giunta l’ora di proporlo agli editori.
Ma di questo parleremo con calma la prossima settimana.
Se per la prima bozza, la storia grezza, basta l’estro, la fantasia e una buona capacità narrativa, per le fasi successive entra in gioco lo studio, le capacità acquisite con l’esperienza e tanta pazienza.
Sì avete letto bene: pazienza, ce ne vuole tantissima per andare avanti nel lunghissimo percorso che porta dalla bozza al tanto ambito romanzo. Pazienza nel mantenere viva la concentrazione nel rileggere milioni di volte le stesse parti, pazienza nel cestinare e riscrivere da capo parti che non convincono. Pazienza nel controllare e ricontrollare gli spazi, le virgole, i punti, le parole ripetute.
Serve anche una grande scorta di autocritica: se siete convinti che il vostro scritto sia un capolavoro, che non ci sia bisogno di correzioni, probabilmente è meglio che lasciate stare o che vi prepariate a ricevere delle cocenti delusioni.
Se la vostra prima bozza è scritta a mano, prendete confidenza con i programmi di videoscrittura, se non avete dimestichezza con il computer, fate un corso di word oppure fatevi spiegare le regole basilari da un amico o consultate delle guide on line.
Se non lo avete ancora fatto impostate la pagina come indicato nel secondo capitolo della mia guida.
Ricordatevi di non inserire nulla a mano: note a piè pagina, numerazione pagine, interlinee, tutto deve essere impostato in precedenza e seguendo l’apposita procedura.
Bene, il file è impaginato, i fogli volanti sono stati trascritti al pc, ed ora che fare?
Semplice, dovete leggerlo. Ancora? Sì, ancora, l’unico modo per sistemare il lavoro è mettervi dalla parte di chi legge e porvi delle domande. Le principali sono: mi sto annoiando? Salto capitoli o parti intere? Se lo fate voi, figuriamoci il lettore!
Poi concentratevi su un punto che non vi convince, mi raccomando, una lettura per ogni punto o al massimo due, non si riesce a fare tutto insieme. Ad esempio si controllano in primo luogo i personaggi: sono credibili? Interagiscono in modo realistico tra di loro? Ci sono incongruenze nel comportamento o nel modo di comportarsi rispetto alla personalità che avete delineato?
Oppure i tempi. Avete seguito lo scorrere della trama o ci sono anacronismi? A me per esempio è successo, a furia di tagliare e spostare delle parti di personaggi secondari, su cu dovevo fare un lavoro di approfondimento, che un personaggio meno rilevante in un capitolo tot aveva ottenuto il lavoro e più giù andava a fare il colloquio. Assurdo? Sono eccessivamente sbadata? Beh, a volte lo sono, ma vi assicuro che capita quando magari in una precedente revisione si stava untando l’attenzione su un altro aspetto. Ecco perché alla fine serve una lettura d’insieme, in cui si valuta la globalità.
Altro aspetto che andrete a revisionare tante e tante volte sono i dialoghi, ci sono tanti aspetti da tenere presenti, il primo in assoluto: sono realistici? Oppure leggendo sembra di assistere ad uno spettacolo teatrale, in cui si usano paroloni ampollosi e frasi fatte improbabili?
Inoltre ogni protagonista, ogni personaggio ha la propria personalità e linguaggio: ciò che dice, ma anche come lo dice deve essere coerente e caratterizzato.
I luoghi e l’ambientazione storica sono ben descritti? Si è immersi nel periodo e nelle località delineate?
Altro grosso problema: bisogna bilanciare le informazioni, anche a seconda del genere: ovvio che se state scrivendo un romanzo storico dovrete dire di più, per tutti gli altri generi attenzione: non cedete alla tentazione di esagerare, per far vedere che sapete, che avete studiato bene, che vi siete documentati, perché il lettore non ama chi si vanta, chi si erge sul piedistallo e probabilmente si annoierà a morte.
Vi porto ancora l’esempio della mia esperienza, perché su questa si basano le pagine della mia rubrica: Il mio romanzo è ambientato nella guerra fredda e in molte località tra l’America e l’Europa. Ma, dopo aver studiato come una pazza, dopo aver spulciato ogni notizia sul periodo storico ho deciso di farlo rimanere sullo sfondo, perché mi sono posta la domanda: è essenziale alla trama? No non lo era, così ho eliminato valanghe di citazioni storiche. Lo stesso per i luoghi, le descrizioni ci sono, ma ho cercato di puntare su ciò che vedevano e provavano i protagonisti perché per la mia storia, quello era importante.
Riassumendo: non esagerare, prima di tutto viene la trama, il resto è un contorno, che deve arricchire e non appesantire ciò che raccontiamo.
Quante volte dovete rileggerlo? Siamo alle solite, la mia risposta è sempre: dipende! Comunque non vi illudete, non potete certo cavarvela con un paio di letture. Quando avrete la nausea, quando non ne potrete proprio più, beh solo allora potrete smettere e decidere o che è il caso di passare l’opera ad altri occhi o che è giunta l’ora di proporlo agli editori.
Ma di questo parleremo con calma la prossima settimana.
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