"C'era un'idea accanto a lei, qualcosa che non era
ancora arrivato a scivolare sui suoi fogli. Incominciò a scrivere, ma senza
aver bisogno d'inchiostro."
Le parole comparivano nero su bianco, sopra le pagine della
sua mente. Distesa nel letto dialogava con la propria anima. Come sempre si
lasciò trasportare da quell’impulso creativo, quello che precede l’afferrare
carta e penna, la vera nascita di una storia. Ma stavolta non era la stessa
cosa: non c’erano protagonisti dalle sfaccettate personalità, non c’erano
intrighi e misteri, non c’erano favolose ambientazioni e stravaganti espedienti
narrativi, c’era lei ed il suo essere, solo lei e i suoi profondi pensieri. Qualcosa stonava, qualcosa non andava: La
protagonista senza volto era terribilmente somigliante a lei, non le solite infiltrazioni
più o meno inconsce della personalità di chi scrive, era lei, il suo carattere,
le sue insicurezze i suoi problemi, i suoi dubbi reconditi. Era un dialogo che la
spaventava più di qualsiasi trama horror, ma ormai si era innescata la scintilla, ormai non si
poteva più tornare indietro e lei lo sapeva fin troppo bene.
Immagini nella sua testa, non create dalla galoppante fantasia
che l’aveva sempre caratterizzata, ma flashback della sua vita, eppure non
proprio la sua.
La ragazza, più giovane, ma senza l’ingenuità che lei stessa
aveva avuto alla sua età, la sbeffeggiava mostrandole gli stupidi errori e i
bivi che lei sì, la ragazza senza volto, doveva ancora compiere, ma non colei
che la stava immaginando.
Si lasciò portare alla deriva dal dolce gioco del ‘e se invece...’
La ragazza era forte, non debole e timida in modo frustrante e imbarazzante, come
era stata lei un tempo, era forte come era lei stessa ora, ma con tutte le
possibilità davanti.
Primo bivio: …………… Il film aveva inizio, si mise comoda ad
assistere……
Ripercorse ogni tappa, mentre le ore scivolavano via fuori
dalla finestra: scelte, fatti accaduti, la sua mente riplasmava le infinite
possibilità, creando altrettanti scenari onirici.
Era esausta, i nervi tesi, il sudore che imperlava la fronte
inzuppando la sottile camicia da notte. L’impulso creativo, forse spintonato
dal sonno, si era trasformato in un incubo: qualunque cambiamento facesse alla
sua storia personale, portava ad una catastrofe inenarrabile, lacrime di
frustrazione le entravano nelle orecchie scivolando ai lati del volto tirato.
Gli occhi chiusi, a tratti spalancati nel buio.
La ragazza nella sua testa se la rideva nei suoi jeans e la
coda alta, mentre lei artigliava le coperte.
Poi d’un tratto un respiro, reale e sicuro accanto a lei, la
nebbia si diradò insieme al buio, un raggio di sole tremulo passava dalle persiane.
Lei si voltò e vide il volto di bimba, sereno nella culla accanto al letto.
Un sorriso compiaciuto comparve sul suo volto. No, non era
una storia da scrivere quella, la realtà, nelle infinite sfaccettature e
delusioni era di gran lunga da preferire, perché ognuno di quei bivi, che fosse
stato sbagliato o meno, aveva portato lei, con il suo respiro dolce, a soffiare
serenità nella sua vita. Si alzò canticchiando, desiderosa di dare inizio ad
una nuova giornata.
Bellissima! Ma non per il mio incipit... ;)
RispondiEliminaL'incipit in una storia è la parte più importante! È il motore che dà l'avvio al tutto ! 😋
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