venerdì 14 novembre 2014

articolo di oggi. La trama.

La trama è l’essenza della storia, anzi, è la storia stessa, che facciamo vivere ai nostri personaggi. È la prima cosa che ci viene in mente, l’idea che ci spinge a sederci, prendere la penna o il pc per riversarla e farla sbocciare davanti ai nostri occhi, fissandola nero su bianco.
Però la trama non è il libro: si può avere un’ottima idea, originale, ma non riuscire a renderla, quanti di voi si sono già sentiti rispondere da un editore: “originale l’idea, o interessante, ma non nei nostri canoni”? oppure “non adatta alla pubblicazione”?
E magari avrettramae pensato: ‘ma come , se l’idea è buona non potevano dargli una sistemata e pubblicare?’
Eh no, non è così semplice, a volte l’idea grezza è ottima, ma si è fatto un tale pasticcio nel riportarla che bisognerebbe riscriverla di sana pianta. Avete letto Iq84 di Murakami Haruki? Ecco, per chi non l’avesse ancora fatto, c’è una storia, affascinante e con delle potenzialità e al protagonista viene proposto di imbrogliare riscrivendola al posto dell’autrice, perché potrebbe diventare un capolavoro, ma solo se scritto dalle mani giuste.
Oltre alla storia c’è altro: il modo di narrare, di saper coinvolgere il lettore, di descrivere persone e luoghi, ma soprattutto la capacità di trasmettere emozioni attraverso la parola scritta, queste sono capacità che differenziano lo scribacchino, da chi ha talento. Poniamo un esempio, uno qualunque, Il processo di Kafka è la storia di un uomo messo in prigione ingiustamente, I promessi sposi la storia di un amore ostacolato.
La divina commedia la suddivisione e collocazione di vari personaggi, immaginari e reali,in base ai loro presunti peccati…. Tutto qui? Sì, tutto qui, ma è il modo di narrare che rende la storia avvincente e fa la differenza tra schifezza e capolavoro, comprendendo tutti i gradi che possono starci in mezzo.
COME SI CREA UNA TRAMA?
Abbiamo parlato nell’articolo precedente del protagonista, degli ostacoli che ha nel riuscire a raggiungere lo scopo prefissato, o la rottura di un equilibrio iniziale. Questi mutamenti danno origine al dipanarsi della nostra storia, la trama appunto. Indipendentemente dal genere, questi ostacoli creano una serie di conflitti che fanno salire la tensione fino all’apice, dopo di ché segue la risoluzione del problema. Non sempre questo significa lieto fine, significa solo che la questione si risolve, in un modo o nell’altro.
Poi la trama potrà essere lineare: conflitto- pathos- risoluzione, oppure andare a ritroso: iniziate quando il tutto si è già risolto per tornare indietro nel tempo attraverso racconti, flashback e qualsiasi altra cosa vi venga in mente.
Fattore importante è il cambiamento: arrivato alla fine il protagonista sarà cresciuto, avrà imparato dalle proprie azioni o rivedrà la sua storia con occhi diversi e il lettore con lui. Una storia che ci lascia alla fine con la nostra idea iniziale è una storia che non ci avrà regalato nulla, non ci avrà arricchito.
Ricordatevi sempre che non c’è la trama perfetta, ma un insieme di fattori che contribuiscono a creare un buon libro o uno mediocre.
Uno di questi fattori, da tener sempre presente quando scriviamo, è LA MOTIVAZIONE, una volta stabilita quella sarà molto più facile far muovere, parlare, interagire i nostri personaggi: se abbiamo un cattivo, la motivazione che lo spinge ad odiare il nostro eroe, o il mondo intero, la motivazione che spinge i nostri protagonisti a perseguire il loro scopo:
Cappuccetto rosso prende la strada breve per andare dalla nonna perché vuole più tempo per raccogliere i fiori e ciò la porta a disobbedire alle raccomandazioni della mamma. Il lupo architetta un piano diabolico e fantasioso perché vuole mangiarla.
Nel mago di Oz ognuno dei protagonisti vuole chiedere qualcosa al mago, che desidera intensamente.
E potrei elencarvene all’infinito, ma andiamo avanti nel costruire la nostra trama, che linee guida seguire?.
Il famoso schema delle 5 “W”, che il mio prof non finiva mai di nominare, è sempre valido : WHO, WHAT, WHEN, WHERE, WHY? ( chi, cosa, quando e dove?). Rispondendo a queste semplici domande la nostra trama inizierà a dipanarsi.
Ma come? Sarà utile fare uno schema di come gli eventi si concateneranno.
STRUTTURA
La nostra trama dovrà essere organizzata seguendo una struttura decisa a priori.
L’INCIPIT è l’inizio del nostro romanzo o racconto, e sono convinta nell’affermare che sia una delle parti più importanti dell’intero testo: In base a quello molti lettori decideranno se proseguire o accantonare il libro.
Se sarete molto fortunati e il vostro incipit veramente ‘col botto’ potrete essere ricordati.
Ecco alcuni incipit famosi e famosissimi:
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.”
Divina commedia
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione”
Moby Dick
Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato”
Il processo
“Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace”
Se una notte d’inverno un viaggiatore (uno dei miei incipit preferiti :-))
“Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: “Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti.” Questo non dice nulla: è stato forse ieri. L’ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l’autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio. Così potrò vegliarla e essere di ritorno domani sera. Ho chiesto due giorni di libertà al principale e con una scusa simile non poteva dirmi di no. Ma non aveva l’aria contenta. Gli ho persino detto: “Non è colpa mia.” Lui non mi ha risposto. Allora ho pensato che non avrei dovuto dirglielo”.
Lo straniero
Ok, ora la smetto, vi siete fatti un’idea?
Dopo l’incipit abbiamo la FASE DESCRITTIVA O STATICA, è una parte in cui si descrive la vita del protagonista prima del ‘fatto clou’.
In un crescendo sempre più serrato si arriva all’APOGEO, in cui il pathos e il coinvolgimento dovrebbe essere massimo.
La RISOLUZIONE, nel bene o nel male, il classico lieto fine, o comunque la conclusione.
L’EPILOGO, dove si racconta ciò che accade dopo, a distanza di tempo dei fatti narrati.
Ognuno di questi punti può essere come sempre scombinato o stravolto dalla vostra fantasia ed estro creativo, questo lo schema lineare e semplice per una trama standard, per chi si addentra ora in questo vasto e straordinario mondo della scrittura.
Provate a seguirlo o a sconvolgerlo, esercitandovi e divertendovi, e se volete postate nel nostro apposito spazio nel sito i risultati. Stupiteci!
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2 commenti:

  1. Ho visto che da poco con il Corriere della Sera vengono pubblicati dei volumetti sulla scrittura.
    Si tratta di una collana intitolata "La scuola del racconto", a cura di Guido Conti.
    L'ultimo volume riguarda proprio Kafka, che hai citato più volte.
    Concordo pienamente sull'incipit de Lo straniero :)

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    1. ho visto solo ora il tuo commento causa connessione disastrata, non conoscevo questa iniziativa del corriere della sera, mi vado a informare è una guida? :-) grazie per aver commentato!

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