Il giardino degli aranci- Il mondo di nebbia, recensione e intervista all’autrice
IL BLOCCHETTO:
Titolo: Il giardino degli aranci. Il mondo di nebbia
Autore: Ilaria Pasqua
Editore: Nativi digitali edizioni
Formato: ebook
Prezzo:1,99 €
Genere: Urban Fantasy, Distopico
Pagine:292 p.
Autore: Ilaria Pasqua
Editore: Nativi digitali edizioni
Formato: ebook
Prezzo:1,99 €
Genere: Urban Fantasy, Distopico
Pagine:292 p.
L’AUTRICE:
Ilaria Pasqua è una giovane scrittrice, articolista nella redazione del giornale Futuro Quotidiano.com, gestisce un suo blog dove recensisce libri e film e collabora con la rivista di cinema Recencinema.it .
Esordisce come selfpublisher, per poi affidare i suoi lavori a varie case editrici:
Ilaria Pasqua è una giovane scrittrice, articolista nella redazione del giornale Futuro Quotidiano.com, gestisce un suo blog dove recensisce libri e film e collabora con la rivista di cinema Recencinema.it .
Esordisce come selfpublisher, per poi affidare i suoi lavori a varie case editrici:
“Le tre lune di Panopticon – Anime prigioniere”, primo volume di una trilogia, è ora pubblicato da Lettere Animate Editore.
“Il giardino degli aranci – Il mondo di Nebbia”, primo libro di una seconda trilogia, è pubblicato da Nativi Digitali Edizioni.
Il secondo volume della saga, “Il giardino degli aranci – Il mondo del Bosco“, è uscito il 16 ottobre 2014, sempre per Nativi Digitali Edizioni.
“Il bambino nascosto nel buio” edito da La Ponga Edizioni.
Ha pubblicato ad agosto il racconto “Quel sigaro” nell’antologia “Aquarium” con Lettere Animate Editore.
SINOSSI:
Aria e l’amico Henry sono due ragazzi che vivono una vita normale: la scuola, lo studio, i compagni. Ma mentre Henry vive sereno, apparentemente a proprio agio, Aria si sente strana, fuori posto, le sembra di girare a vuoto.
Questa normalità è inserita in uno scenario fantastico in cui ogni mattina la gente del paese ‘senza nome’ si sveglia con un incubo appiccicato addosso. Una presenza fisica, ingombrante e fastidiosa di cui tutti si liberano con una sorta di aspirazione giornaliera, per poi correre ad occuparsi delle proprie faccende.
Grazie a Will, misterioso e taciturno ragazzo, che la sa più lunga di chiunque altro Aria conosca, la ragazza si rende ben presto conto che non è solo una sua sensazione: quel posto ha qualcosa che non va e lei è proprio la chiave per uscirne. Inizierà a comprendere che gli incubi sono parte di lei, di tutti loro, e non è giusto separarsene. Dovrà battere i cinque, potenti risucchiatori di energia, in una cosa contro il tempo per trovare il sigillo, che li libererà. Dovrà mettere a nudo se stessa, tirar fuori le proprie paure e battere le proprie insicurezze, perché in mano a lei è tutta la partita.
Aria e l’amico Henry sono due ragazzi che vivono una vita normale: la scuola, lo studio, i compagni. Ma mentre Henry vive sereno, apparentemente a proprio agio, Aria si sente strana, fuori posto, le sembra di girare a vuoto.
Questa normalità è inserita in uno scenario fantastico in cui ogni mattina la gente del paese ‘senza nome’ si sveglia con un incubo appiccicato addosso. Una presenza fisica, ingombrante e fastidiosa di cui tutti si liberano con una sorta di aspirazione giornaliera, per poi correre ad occuparsi delle proprie faccende.
Grazie a Will, misterioso e taciturno ragazzo, che la sa più lunga di chiunque altro Aria conosca, la ragazza si rende ben presto conto che non è solo una sua sensazione: quel posto ha qualcosa che non va e lei è proprio la chiave per uscirne. Inizierà a comprendere che gli incubi sono parte di lei, di tutti loro, e non è giusto separarsene. Dovrà battere i cinque, potenti risucchiatori di energia, in una cosa contro il tempo per trovare il sigillo, che li libererà. Dovrà mettere a nudo se stessa, tirar fuori le proprie paure e battere le proprie insicurezze, perché in mano a lei è tutta la partita.
RECENSIONE:
Quello che più ho apprezzato in questa storia, fiabesca ma anche distopica, è la quotidianità, così simile a quella di ogni ragazzo adolescente, eppur con quell’alone di mistero, che lascia il lettore sulle spine pensando : qualcosa non va in quel posto.
I dialoghi sono semplici, molto realistici. Le descrizioni del mondo scolastico sono vive e reali, nonostante ambientate in un mondo immaginario. La semplicità dei primi batticuori, i sentimenti contrastanti e nuovi, che potrebbero essere quelli di un qualsiasi adolescente. La storia è inframmezzata di quotidianità in cui ci si riconosce:
‘Cibo di emergenza’ era chiaro che lo portava dietro proprio per lei. Chiaro a tutti tranne che ad Aria, ovviamente’.
Naturali anche gli iniziali battibecchi tra Will e Aria: inseriti nel contesto scolastico sembrano due normali liceali.
“Sarai tu cretino” rispose Aria ora guardandolo negli occhi. Il suo tono era mutato da triste ad arrabbiato. Nessuno può dare del cretino a Henry, se non io, pensò la ragazza nervosamente, lui ha tutte le ragioni per essere arrabbiato con me.
“Come ti pare”.
e ancora
“Ma sei scema? L’ho fatto per te! Non volevi andare dal tuo tipo?”
“Seduti ragazzi” urlò l’insegnante. E ognuno riconquistò il suo banco. “Vedi che sei tu il cretino?” lo imbeccò Aria scuotendo la testa.
Quello che più ho apprezzato in questa storia, fiabesca ma anche distopica, è la quotidianità, così simile a quella di ogni ragazzo adolescente, eppur con quell’alone di mistero, che lascia il lettore sulle spine pensando : qualcosa non va in quel posto.
I dialoghi sono semplici, molto realistici. Le descrizioni del mondo scolastico sono vive e reali, nonostante ambientate in un mondo immaginario. La semplicità dei primi batticuori, i sentimenti contrastanti e nuovi, che potrebbero essere quelli di un qualsiasi adolescente. La storia è inframmezzata di quotidianità in cui ci si riconosce:
‘Cibo di emergenza’ era chiaro che lo portava dietro proprio per lei. Chiaro a tutti tranne che ad Aria, ovviamente’.
Naturali anche gli iniziali battibecchi tra Will e Aria: inseriti nel contesto scolastico sembrano due normali liceali.
“Sarai tu cretino” rispose Aria ora guardandolo negli occhi. Il suo tono era mutato da triste ad arrabbiato. Nessuno può dare del cretino a Henry, se non io, pensò la ragazza nervosamente, lui ha tutte le ragioni per essere arrabbiato con me.
“Come ti pare”.
e ancora
“Ma sei scema? L’ho fatto per te! Non volevi andare dal tuo tipo?”
“Seduti ragazzi” urlò l’insegnante. E ognuno riconquistò il suo banco. “Vedi che sei tu il cretino?” lo imbeccò Aria scuotendo la testa.
Pian, piano Aria, si distacca da quella quotidianità, da quel bozzolo che le è sempre andato stretto, inizia a ricordare che è andata in quel posto volontariamente, per fuggire da qualcosa: da un forte dolore vissuto ‘nell’altro mondo’.
Aria è un’ anima in pena e a mano a mano che si va avanti nella trama si comprendono meglio le sue ragioni, su cui riflettere:
È così sbagliato voler ricominciare dopo un dilaniante dispiacere, senza aver più traccia di quel dolore? Così sbagliato voler continuare a vivere con una persona che amiamo, per sempre? A chi non piacerebbe? Chi non vorrebbe estirpare il dolore dalla propria vita?
Questo scoprire insieme alla protagonista le ragioni che l’hanno condotta a scegliere una vita sempre uguale, è uno dei motivi che mi hanno indotta a proseguire con sempre maggiore curiosità nella lettura.
Aria è un’ anima in pena e a mano a mano che si va avanti nella trama si comprendono meglio le sue ragioni, su cui riflettere:
È così sbagliato voler ricominciare dopo un dilaniante dispiacere, senza aver più traccia di quel dolore? Così sbagliato voler continuare a vivere con una persona che amiamo, per sempre? A chi non piacerebbe? Chi non vorrebbe estirpare il dolore dalla propria vita?
Questo scoprire insieme alla protagonista le ragioni che l’hanno condotta a scegliere una vita sempre uguale, è uno dei motivi che mi hanno indotta a proseguire con sempre maggiore curiosità nella lettura.
La parte meno convincente, a mio avviso, è quella inerente ai cinque: brevissimi capitoli che interrompono un po’ bruscamente la trama, in cui ci sono solo conversazioni alquanto criptiche tra questi figuri misteriosi.
Di loro viene svelato davvero poco e, seppur si è cercato di dare ad ognuno di loro una personalità specifica, secondo me sono personaggi abbozzati, che avrebbero potuto esser meglio presentati.
Nel mezzo del romanzo la trama, inizialmente un po’ lenta nel ritmo, si fa coinvolgente ed accattivante, ricca di colpi di scena, tutto contornato dai complicati rapporti che si creano tra i personaggi:ben tre ragazzi che gravitano intorno alla nostra eroina!
Il libro si conclude con un bel colpo di scena, aperto a innumerevoli possibilità.
Proprio questo , insieme a parecchie questioni lasciate in sospeso, ci lascia il desiderio di scoprire cosa succederà nel secondo capitolo di questa trilogia.
A tal proposito ricordo che il secondo volume, “Il Giardino degli Aranci – Il Mondo del Bosco”, è già disponibile!
Di loro viene svelato davvero poco e, seppur si è cercato di dare ad ognuno di loro una personalità specifica, secondo me sono personaggi abbozzati, che avrebbero potuto esser meglio presentati.
Nel mezzo del romanzo la trama, inizialmente un po’ lenta nel ritmo, si fa coinvolgente ed accattivante, ricca di colpi di scena, tutto contornato dai complicati rapporti che si creano tra i personaggi:ben tre ragazzi che gravitano intorno alla nostra eroina!
Il libro si conclude con un bel colpo di scena, aperto a innumerevoli possibilità.
Proprio questo , insieme a parecchie questioni lasciate in sospeso, ci lascia il desiderio di scoprire cosa succederà nel secondo capitolo di questa trilogia.
A tal proposito ricordo che il secondo volume, “Il Giardino degli Aranci – Il Mondo del Bosco”, è già disponibile!
GIUDIZIO COMPLESSIVO:
Consigliato a chi ama i fantasy, ma non solo. Trama originale, lettura piacevole, non impegnativa.
L’INTERVISTA
BUONGIORNO e benvenuta sul momento di scrivere.
Parlaci di Ilaria, chi è, cosa fa oltre a scrivere ? Che percorso ha fatto per arrivare a dire: “ecco voglio proprio iniziare a scrivere un romanzo!”
Buongiorno a te e grazie per l’invito. Oltre a scrivere… scrivo! Però un diverso tipo di scrittura, infatti mi occupo di redigere articoli di cultura, media e innovazione per una testata giornalistica chiamata Futuro Quotidiano. Poi se la domanda è che cosa faccio proprio al di fuori del mondo della scrittura, la risposta è invece: leggere, tanto, e andare al cinema, cinema, cinema e ancora cinema.
Ho sempre scritto diari, sin da bambina, ma senza averne poi una reale coscienza, senza chiedermi perché lo facessi, era un semplice stimolo, quasi un riflesso condizionato. All’università sono stata spinta da un professore ad “approfondire” la scrittura, e lì mi sono resa conto di quanto mi piacesse. Gli stimoli ricevuti durante quegli anni da studentessa, hanno riacceso la passione per la lettura e hanno fatto sbocciare questo desiderio che finalmente aveva una vera forma.
In questi giorni abbiamo assistito alla protesta ‘un libro è un libro’, tu dove ti schieri nella diatriba (se così può definirsi) tra ebook e cartaceo?
Io sono una di quelle che vorrebbe abbattere questi schieramenti. Per me ebook e libri possono convivere, li amo entrambi, li sfrutto entrambi e credo sia più che giusto che vengano trattati nella stessa maniere, d’altronde è vero che un libro è un libro, le storie sono sempre storie, qualsiasi supporto le ospiti. Ho scritto anche un articolo sull’iniziativa, a mio parere giustissima, perché la questione dell’Iva diversa è scandalosa. Speriamo che il governo risolva quanto prima questo problema che penalizza, oltre che il mondo digitale, la lettura stessa.
Qual è stato il tuo percorso di pubblicazione? Cosa ti senti di consigliare a chi ha un romanzo nel cassetto e vuole tentare di emergere?
Un percorso difficile e allo stesso tempo molto fortunato, mi sono trovata benissimo con tutti gli editori con cui ho pubblicato. La cosa più dura è sempre l’attesa. Bisogna saper incassare i rifiuti e avere fiducia nel proprio lavoro senza lasciarsi mai scoraggiare. Consiglio di tentare, di buttarsi senza remore (che ci fa un romanzo chiuso nel cassetto?), e di armarsi di tanta pazienza, perché il percorso è lungo e sicuramente in salita, ma che soddisfazioni poi…! Il gioco vale di certo la candela.
Veniamo al ‘nostro’ il giardino degli aranci. A cosa ti sei ispirata per i tuoi personaggi? Quanto di te c’è in Aria o di Aria in te?
Non ho preso ispirazione diretta dalle persone che ho intorno, ma più dalle esperienze che ho vissuto e che mi hanno formata, da ciò che ho raccolto guardando il mondo attraverso i miei occhi.
In Aria c’è sicuramente un po’ di me, per carità io non ho affatto quel caratterino, ma a volte ho come lei il desiderio di cercare un Mondo di Nebbia in cui rifugiarmi.
Si percepisce, pur essendo un fantasy il disagio dei protagonisti, soprattutto di Aria, è secondo me molto attuale questa sensazione di girare a vuoto. Questa distopia come nasce? È quella di Aria o volevi racchiudere un messaggio ai giovani che ti leggono?
Nasce probabilmente dal mio disagio e da quello che vedo nel mondo in cui viviamo oggi. È facile guardarsi intorno e ritrovarsi confusi sulla strada da prendere, su come affrontare questa situazione di totale caos e stordimento. E avere paura del futuro. Il messaggio non è stato inserito dentro in maniera deliberata, ma è nato spontaneamente, è un messaggio di speranza, un modo per dire che nonostante tutte le sofferenze vale la pena di essere qui, e che non bisogna avere paura.
Le domande che il lettore viene a porsi leggendo sono molto profonde per un fantasy, questo lato introspettivo è stato studiato? Volevi scuotere le coscienze? O è frutto delle tue esperienze riversate in Aria?
Il giardino degli aranci ha avuto un processo tutto suo, si è riversato sulle pagine senza nessuna interruzione, e con grandissima semplicità, proprio come un fiume in piena senza barriere ad ostacolare il suo cammino. Ed è stato anche un processo di scoperta. Sono partita dallo spunto iniziale, gli incubi che si materializzano, e dai personaggi che ho lasciato liberi di muoversi, poi man mano ho dato una forma alla storia e ho costruito la struttura. Ma mai come in questo libro ho sperimentato un’ispirazione “razionale”, se puoi capire cosa intendo. Ero incosciente e allo stesso modo l’inconscio era più che cosciente.
Con tutti i libri ho questa mano che mi guida, in ogni scrittura c’è il momento di ispirazione e quello “regolarizzatore”, il pilota che ti impedisce di andare fuori strada, ma con il giardino degli aranci mi è risultato difficile riemergere da quello “stato mentale”; la struttura è venuta di conseguenza, seguendo il filo dei miei pensieri e bisogni. Ho abitato con Aria il mondo di nebbia e ho seguito tutto il percorso, un passo alla volta, cercando di far luce piano piano su una strada buia e con un sbocco imprevedibile. Non era mia intenzione scuotere le coscienze, se l’ho fatto ne sono felice, avevo solo il bisogno di percorrere quella strada, ed è stato catartico, allo stesso modo però le mie esperienze non coincidono affatto con quelle sperimentate da Aria. La storia è un individuo a se stante ma prende spunto da una paura che è vera e che è tutta mia.
Il giardino degli aranci ha un seguito, il secondo capitolo della saga è già disponibile, puoi darci delle indiscrezioni? Perché dovremmo acquistarlo?
Aria si ritroverà in un mondo che più anti-Aria non potrebbe essere. Ci saranno altre paure da affrontare, perché come ognuno di noi, anche i personaggi evolvono e scavano e scavano dentro di loro. Il giardino degli aranci è tutto un percorso di superamento delle paure umane, un modo di capire come affrontare la realtà e di conseguenza anche di imparare come stare al mondo. Perché acquistarlo?
Perché ciò che provano i personaggi è ciò che chiunque potrebbe aver provato, sono difficoltà interiori che appartengono agli esseri umani. A tutti noi.
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